Killing Eve 2x03, "The Hungry Caterpillar": la recensione
Il terzo episodio della nuova stagione di Killing Eve riporta la serie sui binari della prima stagione, ripristinando le distruttive dinamiche tra Eve e Villanelle
A dispetto della battaglia che le vede schierate su fronti opposti, c'è un certo pigro sollievo nel ritrovare Villanelle ed Eve intente a corrersi dietro a vicenda. Dopo due episodi in cui Villanelle è stata praticamente fuori uso ed Eve stava cercando di elaborare la propria fascinazione nei confronti di un'assassina, le due protagoniste hanno entrambe ottime ragioni per concludere che il loro rapporto le stia gravemente danneggiando. Nessuna sorpresa, tuttavia, che alla fine di questo episodio entrambe abbiano deciso di ignorare completamente questo ragionamento e concentrarsi nuovamente l'una sull'altra.
È forse Konstantin, a fine puntata, ad avere la posizione migliore tra i quattro personaggi, avendo passato parecchio tempo con gli altri tre e conoscendo bene Villanelle; l'abbraccio della ragazza nel vederlo ancora vivo è spia del sentimento che li lega, sebbene Konstantin sappia di avere davanti un'incarnazione dell'imprevedibilità. Prima di abbandonare la parte dei "buoni", l'uomo riesce però a mettere in guardia Eve rispetto ai rischi cui l'essere amata da Villanelle la espone: non c'è nessuno, tranne lui, che sia sopravvissuto all'amore del sicario. Inutile precisare come questa raccomandazione sortisca l'effetto contrario rispetto a quello sperato, e Konstantin inizia da subito a dover gestire l'ossessione di Villanelle per la sua nemesi.
Come se non bastasse, l'agente MI6 ha seriamente minato l'unico legame con qualcuno che sapesse esattamente cosa le stava succedendo. Sebbene spesso relegato al ruolo di spalla comica, Kenny (Sean Delaney) era l'unico a conoscere le ragioni dietro le azioni di Eve, senza il peso dell'ambiguità morale e delle fosche motivazioni di sua madre Carolyn. Intrappolato tra due poli del potere, confidando - probabilmente invano - che sua madre agisca anche per il suo bene o che Eve si interessi a lui sul piano umano, è testimone di come Eve stia inconsapevolmente assimilando la capacità della sua nemica di danneggiare tutti i rapporti più importanti della sua vita.
The Hungry Caterpillar chiude il sipario su una situazione che riporta Killing Eve alle atmosfere della sua prima stagione, seppur con delle modifiche sostanziali. Eve ha dimostrato ai suoi nuovi colleghi di non essere in grado di gestire appieno la propria sfera emotiva quando si tratta di Villanelle, Villanelle stessa ha abbandonato la soffocante supervisione dei suoi precedenti datori di lavoro, e Carolyn si trova a dover affrontare in un colpo solo ben due tradimenti, uno da parte di Eve e uno da parte di Konstantin, quest'ultimo certo più pesante dal punto di vista sentimentale.
Sebbene ci abbia garantito meno brividi rispetto al suo episodio precedente in termini di imprevedibilità, Killing Eve conferma ancora una volta la propria capacità di veleggiare nelle torbide acque di una delle relazioni più disfunzionali che la televisione attuale possa proporre al proprio pubblico, mostrandone tutto il conturbante potere distruttivo non solo sulla pelle delle protagoniste, ma anche di tutti coloro che hanno la sventura di dover gravitare nella loro orbita.