Killing Eve 2x01, "Do you know how to dispose of a body?": la recensione
Il primo episodio della seconda stagione di Killing Eve conferma quanto di buono abbiamo apprezzato finora senza però aggiungere molto al cocktail
Nonostante il cambio di showrunner - la creatrice della serie Phoebe Waller-Bridge ha consegnato le redini al comico e scrittore Emerald Fennell - Killing Eve sembra infatti non rallentare, riportandoci al momento in cui la prima stagione si era interrotta. Eve è turbata e scossa dalle scelte che ha fatto nel finale - in primis, aver accoltellato Oksana dopo un confronto tra il tenero e il sensuale - e ignora se Villanelle sia viva o morta. La risposta, per noi spettatori, è chiara e ovvia, ma per Eve nulla è certo. Il nostro interesse non è smorzato da questa consapevolezza, e la seguiamo da vicino nello stress, nel tumulto e nella paura conseguenti al suo sanguinoso gesto.
Il motore interno di questa première di stagione è, ancora una volta, l'attrazione che le due protagoniste provano l'una per l'altra - valida sia in chiave romantica che professionale - anche quando sono lontane, ed è appassionante vedere come questa relazione tossica infetti ogni altro legame. Da un lato abbiamo Villanelle che è convinta che questo sia amore, dall'altra Eve che è troppo spaventata per poter analizzare lucidamente ciò che prova. Pulsioni diverse ma ugualmente precarie, che danno luogo a momenti in cui entrambe perdono il controllo, per la gioia di noi spettatori.
Certo, i Dodici la stanno cercando in ogni dove, ma le sue azioni non sono minimamente influenzate da questa consapevolezza: è un' Oksana meno lucida e calcolatrice quella che vediamo in Do you know how to dispose of a body?, talvolta persino negligente nelle goffe azioni che compie in ospedale sotto gli occhi di troppi testimoni. Per quanto concerne l'uccisione del piccolo Gabriel, non ci sconvolge più di tanto; è questo il grosso limite di un ottimo episodio (e forse di tutta Killing Eve finora), incapace però di uscire dagli schemi imposti da un'ironia nera che, nella sua ripetitività, rischia di perdere smalto. C'è ancora tempo prima che questo avvincente inseguimento reciproco annoi lo spettatore, ma conoscendo il massimo potenziale della serie è legittimo pretendere di esserne sorpresi, anche qualora ciò dovesse significare la rinuncia a una gag di umorismo nero.