Killer Show, la recensione
Abbiamo recensito per voi Killer Show, opera di Emanuele Amato, Ludovica Ceregatti e Claudia Giuliani
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Tra le tante proposte presentate in anteprima da Shockdom all'ultimo Comicon c'era l'interessante Killer Show, in vendita dallo scorso 6 maggio. Trattasi di una riuscita graphic novel che affronta un fenomeno mediatico tra i più nefasti, ormai radicato nella nostra sottocultura e che, purtroppo, appare inarrestabilmente in crescita. Parliamo della cosiddetta “televisione del dolore”, che trasforma la tragedia in spettacolo da dare in pasto sul piccolo schermo. È il frutto di un'informazione drogata, che siamo ormai abituati a ingerire in dosi massicce senza curarcene, e per la quale arriviamo al massimo a indignarci sui social network.
Si punta il dito contro un intero sistema, che come un disgustoso parassita si nutre del male altrui, e vengono messe a nudo le peggiori pratiche divenute ormai abituali nelle innumerevoli trasmissioni che trattano casi di cronaca nera: la raffigurazione strumentale della sofferenza; il protagonismo offerto alle parti coinvolte nel procedimento giudiziario; l’eccesso di afflizione e angoscia; la narrazione empatica che pretende e spesso ottiene il coinvolgimento emotivo degli spettatori; l'accanimento massmediale che non si cura invadere e distruggere la riservatezza di intere famiglie, danneggiandone la reputazione e fornendone al pubblico i dettagli più macabri o i risvolti più intimi. In breve, l'informazione diventa intrattenimento, ma nella sua concezione più infima, quella della "TV spazzatura".
Killer Show ci sbatte in faccia una quotidianità che, quasi fosse la prima volta, brucia come uno schiaffo, perché intensificata dalle potenzialità comunicative del Fumetto. Le tavole di Ludovica Ceregatti, colorate da Claudia Giuliani, hanno la capacità di ridestarci da un torpore mentale di cui quasi non eravamo nemmeno più consci; dominate da una regia squisitamente cinematografica, sembrano uscite da una serie Image Comics.
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