Kill or Be Killed vol. 2, la recensione
Kill or Be Killed, thriller esoterico di Brubaker e Phillips, continua a regalare forti emozioni nel secondo volume
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Fino a qualche tempo fa, la vita del protagonista di Kill or Be Killed era piuttosto banale, trincerato com'era dietro un silenzio che nascondeva la sua vera natura. Il suicidio sembrava l’unica via di fuga da questa condizione, ma, nel (tentare di) compiere l'insano gesto, la goffaggine di Dylan ha vanificato il tutto. L’inatteso incontro con un demone, però, è giunto a dare uno scossone alla vita del ragazzo, che si è ritrovato costretto a uccidere almeno una persona al mese, se vuole sopravvivere.
Messi da parte sensi i sensi di colpa, per il novello serial killer si apre la stagione della caccia; uccidere è diventato un impiego a tempo pieno, con tanto di appostamenti e pianificazioni. In questo percorso di crescita, lo scrittore di Dissolvenza a nero continua a sfruttare le teorie di Carl Gustav Jung per articolare le sue riflessioni su destino e autodeterminazione per poi applicarle alla storia.
La struttura di ogni capitolo alterna diverse linee temporali: spesso ci imbattiamo in flashback all’apparenza avulsi dal contesto, ma presto o tardi quegli elementi diventano indispensabili per il cammino del protagonista e per approfondire la psicologia del cast della serie Image Comics. Da questo punto di vista, la costruzione dell'intreccio è uno dei punti di forza dell'opera, con ogni tassello – anche il più impercettibile – che va a incastrarsi alla perfezione nel quadro generale e concorre a creare un affascinante thriller di matrice esoterica.
L'altra componente fondamentale, che rende Kill or Be Killed ottimo intrattenimento, sono le eccellenti tavole di Sean Phillips. Sulle qualità di narratore di questo artista è stato già detto tutto, ma ogni volta che apriamo un suo fumetto non possiamo che restare estasiati dalla sua capacità di catturare l’essenza dei personaggi e dare vita a scenari di grande bellezza. Per una storia come questa, che gioca con i dettagli e con la percezione della realtà, lo stile di Phillips è l’ideale e offre pagine a fumetti superbe, dinamiche, di grande impatto.
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