Kids With Guns, la recensione

Abbiamo recensito per voi Kids With Guns, opera di Capitan Artiglio edita da BAO Publishing

Condividi

Kids With Guns, anteprima 01

Quando chi vi scrive ha visto per la prima volta i disegni di Capitan Artiglio, ha colto fin da subito la potenza di quelle illustrazioni che, pur decontestualizzate, riuscivano a trasmettere un intero mondo all'osservatore. A distanza di tempo, dopo aver letto il suo Kids With Guns, possiamo confermare quella prima impressione legata a una realtà viva e pulsante anche sotto il profilo della narrazione e della gestione del linguaggio a fumetti.

Kids With Guns è il primo volume di una trilogia western, futuribile e con dinosauri edita da BAO Publishing. Quella che appare come una cornucopia di elementi apparentemente discordanti tra loro è, invece, qualcosa di convincente sia sotto il profilo delle singole entità sia nell'insieme. Senza mezzi termini, il volume è esplosivo, sotto ogni punto di vista. Nel panorama italiano dei volumi da libreria e fumetteria, dove l'approccio comune è più vicino a quello autoriale, evocativo e intimista, Capitan Artiglio riempie ogni tavola della storia con dettagli e colori, con vette altissime raggiunte da alcune doppie splash page.

L'impatto visivo è decisamente fuori scala, perché presenta una coerenza degli elementi visivi costante su ogni tavola; uno su tutti, l'uso narrativo del fumo e del vapore, integrato con il posizionamento dei balloon. Mai una sequenza poco leggibile, mai un momento di smarrimento o di confusione in quanto viene mostrato. Pur spostandosi su diversi piani temporali, la storia stessa appare sempre chiara e definita, così come le inquadrature e gli espedienti narrativi.

Kids With Guns, anteprima 02

I tre Fratelli Doolin e la Ragazzina Senza Nome sono i carismatici protagonisti di una storia rocambolesca in cui accade loro di tutto. Quella incarnata dai personaggi è una declinazione insolita della famiglia disfunzionale, dove la morte non solo è all'ordine del giorno, ma anche i crimini che possono esserne la causa sembrano costituire la regola e non l'eccezione.

Nella storia, il confine tra fuorilegge e poliziotti è labile come quello tra il bene e il male, per questo nella Valle e a Thunderat City si incontrano e scontrano figure esagerate con aspetti sempre eccessivi e grotteschi che rendono ogni character design tanto pittoresco quanto rappresentativo. In un mondo in cui sono in vigore regole che permettono elementi straordinari, il loro essere inseriti con coerenza e cognizione di causa rappresenta la sottile linea tra lo stupore e l'incredulità.

Lo stile estremamente personale dell'autore piemontese incarna una commistione tanto strana quanto convincente di elementi western, punk, sci-fi e magici, facendo propri i chiari riferimenti alla narrazione visiva di Jacovitti e Moebius, con una spolverata di Tank Girl. Lo stesso titolo del libro è un chiaro riferimento ai Gorillaz, che nei loro videoclip utilizzano un'estetica in linea con il genere.

Kids With Guns, anteprima 03

In più di 200 pagine, Capitan Artiglio getta le basi per una storia ad ampio respiro prendendosi tutto il tempo necessario per caratterizzare al meglio i protagonisti della vicenda. Nonostante questo volume presenti solo la parte introduttiva della trama, i personaggi e i luoghi mostrati hanno un'identità forte e definita, costruita su un uso sapiente degli stereotipi di genere.

Al termine della lettura si ha l'impressione di avere tra le mani qualcosa di semplicemente diverso, che si discosta dalla narrazione intimista dilagata nel fumetto autoriale degli ultimi anni spostandosi su tempi serrati e dialoghi pulp. Uno dei punti di forza dello stile dell'autore è sicuramente la doppia velocità di lettura delle pagine: se da un lato i testi permettono al lettore di avanzare velocemente nella storia, dall'altro il dettaglio dei disegni offre continui spunti per soffermarsi o tornare indietro alle pagine precedenti.

Con Kids With Guns, BAO Publishing e Capitan Artiglio fanno volare sangue, pallottole, esalazioni, retorica, emozioni e visioni oniriche con una spontaneità disarmante. Ogni ragazzino cresciuto a cavallo tra gli anni '80 e '90 non può non sentire un brivido lungo la schiena nel vedere un uso simile dei dinosauri, delle pistole e di quel cliché badass che ha reso grande il Cinema d'azione di quel ventennio, recuperato solo recentemente - seppur in tutt'altra forma - da Kung Fury.

Se le premesse di qualità viste in questo volume si confermeranno nei prossimi, è possibile affermare con serenità che l'intera vicenda potrebbe costituire una delle migliori serie viste nel panorama del Fumetto italiano.

Continua a leggere su BadTaste