Kidding 1x07, la recensione
La nostra recensione del settimo episodio di Kidding, la serie con Jim Carrey
Intanto procede la creazione del primo oggetto di merchandising nella storia di mr. Pickles, una bambola parlante, di quelle che fanno partire frasi pre-registrate al tirare di una cordicella e Jeff è impegnato nella registrazione (nel finale vedremo il prodotto ultimato sugli scaffali per Natale e un’esilarante ressa per accaparrarselo).
Le due scene che la riguardano, le due rivelazioni che puntellano la puntata sono due piccoli gioielli di sfogo prima represso (nella prima intuiamo qualcosa che non avevamo ancora davvero capito sulle motivazioni di Jeff) e poi invece esplicito da parte di tutta la famiglia (nella seconda).
In una società, quella americana, in cui la giovialità è sempre espressa con forza ma i sentimenti reali sono molto nascosti e un certo contegno è richiesto per nascondere alla società proprio le emozioni più dolorose, le vicende e l’ardore con cui mr. Pickles si propone di mostrare i propri sentimenti e anzi insegnare ai bambini a non nasconderli suona più clamoroso di quanto non sarebbe da noi.
Con un finale che fa bella mostra di un’immagine di Jeff su un televisore distrutto, quindi tutta spaccata (simbolo cinematografico universale di personalità a pezzi), Kidding introduce il prossimo ostacolo che fa mettere le mani nei capelli a tutti: la rituale accensione dell’albero di Natale, un evento in diretta in cui hanno il terrore di quel che potrà fare Jeff in questo stato. Eppure, adesso che siamo arrivati al settimo episodio di questa cavalcata nella ricerca della possibilità di una vera onestà sentimentale, invece di empatizzare con il dramma di un produttore che ha il terrore di vedere l’immagine del suo programma distrutta, cominciamo ad empatizzare con il bisogno di un uomo a pezzi che cerca solo un modo di venire a patti con quel che sente, condividendolo invece di buttarlo sotto al tappeto.