Kidding 1x06, la recensione

La nostra recensione del sesto episodio di Kidding, con Jim Carrey

Critico e giornalista cinematografico


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Il sentimento indescrivibile di questo episodio di Kidding è uno che ha a che vedere con il ricordo, la nostalgia e il senso di colpa attuale rafforzato da questi due: ricordare qualcosa di ieri che con la sua dolcezza accresce l’amarezza verso quel che accade nel presente. Come sempre non è facile spiegarlo e c’è qualcuno nella serie che vorrebbe parlarne ma non trova nessuno con cui farlo né forse ne è capace. Non è Jeff (cioè mr. Pickles) ma sua sorella (Catherine Keener), stretta tra le imposizioni del padre per lo show e l’amore per il fratello che tutte queste decisioni le subirà.

Dall’altra parte prosegue anche la storia tra Jeff e Vivian (Ginger Gonzaga). C’è qualcosa di affascinante nella trama di un uomo in lutto, la cui vita è stata funestata dalla morte di un figlio, che nessuno lascia parlare dei suoi sentimenti più difficili e che vive una storia d’amore proprio con una malata terminale. Un uomo lasciato dalla moglie che non trova nessun’altra donna con cui stare se non una che sta per morire e per la quale sembra essere già in lutto preventivamente. Mr. Pickles si sente vivo solo quando è vicino alla morte, quando qualcuno di toccato dalla morte è onesto con lui. Raccontare questo con la leggerezza che si propone Kidding non è da poco.

Così mentre il progetto di mr. Pickles on Ice va avanti, Jeff vede un altro se stesso diventare sempre più reale, il sé pubblico quello dello show televisivo che la produzione (cioè il padre) vuole sempre più separato dal sé privato (al punto da farlo interpretare a qualcun altro) nel momento in cui quest’ultimo è a pezzi e non propriamente in grado di condurre un programma per bambini con i consueti toni innocui che ne hanno determinato il successo. Non è chiaro dove condurrà questa spaccatura ma è sempre più vera per gli altri, che concepiscono mr. Pickles solo in una maniera e ora che Jeff vuole ampliare lo spettro di ciò che il suo programma può trattare sembrano non riconoscerlo, e contemporaneamente vedono Jeff in china discendente verso la depressione, incapace di rialzarsi dopo la tragedia che l’ha colpito.

Questa puntata è tutta sui rapporti familiari, con le sorelle pattinatrici che porteranno mr. Pickles on ice a fare da specchio per il rapporto tra il vero mr. Pickles e sua sorella. È lei con i suoi problemi con la figlia che ricorderà in flashback una volta in cui, da piccola, il fratello la consolò in una litigata con la madre. Lo stesso fratello che ad inizio puntata le dice senza problemi che non gli piace ciò che lei gli sta facendo, cioè come stia aiutando il padre a trovare un suo sostituto. Anche lei, seduta sul suo letto, al suo tavolo di lavoro mentre ripara una vecchia bambola, tra sé e sé vive sentimenti che cinema e serie di solito non esplorano.

La puntata però sembra innamorata di un’altra sua parte. Al contrario del solito infatti stavolta la consueta scena iniziale in cui vediamo e capiamo il potere catartico di mr. Pickles tramite vicissitudini di personaggi di cui poi non sapremo più nulla, arriva in mezzo e coinvolge alcuni tra i protagonisti. Stavolta mr. Pickles organizza uno show privato, in linea con il tono dei suoi programmi, ma ad personam, per tirare su qualcuno e mostrargli un altro modo di vedere la sua vita. È forse la scena più smaccatamente kitsch della serie, quella che più delle altre grida allo spettatore quale sentimento debba provare e con quale forza, senza avere la raffinatezza di mascherare il tentativo. Praticamente arriva a chiudere la puntata e fa bene il paio con un’altra carrellata altrettanto kitsch con voce fuori campo e gentili inquadrature di tutti i personaggi, in contesti e situazioni diverse apparentemente contemporanee, che sembrano provare tutti i medesimi sentimenti (tristezza, ricordo, nostalgia) mentre una voce fuori campo li descrive con gentilezza.

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