Kerberos & Tachiguishi, la recensione

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Magic Press porta in Italia Kerberos & Tachigushi: Harahara Tokei no Shoujo, l'ultimo prodotto legato alla Kerberos Saga, la colossale opera sviluppata in più di 20 anni da Mamoru Oshii, composta da fumetti, anime, film live-action, romanzi e sceneggiati radiofonici.
Il regista di Ghost in the Shell e The Sky Crawlers ha creato un'universo narrativo ambientato in un mondo parallelo dove alla fine della II Guerra Mondiale è stata la Germania a occupare il Giappone, invece degli Stati Uniti. Gli eventi si svolgono soprattutto a Tokyo, dove la polizia e corpi militari di difesa sono dotati di speciali armature meccaniche.

Foxy-Croquette O-Jin è una Cappuccetto Rosso, un membro della Gilda che si oppone alla polizia urbana, travestendosi come la bambina della fiaba e attaccando la città con bombe nascoste in un cestino per il pranzo. Gli agenti della Kerberos cercano di opporsi agli attacchi di questa organizzazione antigovernativa, ma la guerriglia urbana sarà più dura del previsto...

Il problema principale di Kerberos & Tachigushi risiede nella natura stessa del fumetto: si tratta di uno spin-off in 7 episodi della Kerberos Saga, un tassello di un mosaico che qui in Italia ci è quasi del tutto sconosciuto. L'unica altra opera della saga che è arrivata anche a noi è Jin-Roh, con cui questo manga condivide il parallelismo con la fiaba di Cappuccetto Rosso: l'inizio della lettura è accattivante per come le vicende siano intrecciate con la versione originale della fiaba (quella tramandata per via orale prima della versione dei fratelli Grimm), ma poi la trama diventa confusa e poco comprensibile per chi non conosce il quadro complessivo.
Se Jin-Roh seguiva le vicende dal punto di vista della Kerberos, qui tutto è osservato dalla fazione opposta, ma non è sufficiente aver visto il lungometraggio animato per chiarirsi le idee: il contesto narrativo ha molti passaggi oscuri per il lettore italiano e in certi passaggi è evidente che con un background cognitivo più ampio si sarebbe potuta apprezzare meglio la vicenda.
Ma allora perché pubblicare nel nostro paese un volume che chiaramente non è autoconclusivo ma richiede di aver fruito del resto della Kerberos Saga, da noi non disponibile? Dal punto di vista promozionale di sicuro la casa editrice avrà puntato sul richiamo dell'autore e il tema di Cappuccetto Rosso che rimanda immediatamente a Jin-Roh... ma poi una volta letto il fumetto difficilmente il lettore potrà rimanere soddisfatto. Forse sarebbe stato più sensato pubblicare qualche  manga antecedente, magari più datato e meno appetibile dal punto di vista grafico, ma che almeno sarebbe stato comprensibile per chi si fosse avvicinato alla lettura.

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