The Karate Kid - La leggenda continua - La recensione
Un ragazzo americano si trasferisce in Cina per seguire la madre, ma dovrà fronteggiare i bulletti locali. Remake del classico anni ottanta in versione preteen, decisamente poco convincente e dalla lunghezza insostenibile...
Recensione a cura di ColinMckenzie
Titolo The Karate KidRegiaHarald Zwart
Cast
Jaden Smith, Jackie Chan, Taraji P. Henson, Wenwen Han, Rongguang Yu, Zhensu WuUscita03-09-2010La scheda del film
Tra i tanti remake che vengono realizzati in questo periodo a Hollywood, quello di The Karate Kid non era una cattiva idea. In effetti, non si tratta certo di un capolavoro della storia del cinema, ma di un prodotto rimasto nel cuore a tanti che erano adolescenti in quel periodo e che comunque poteva sicuramente essere migliorato lavorando su alcuni aspetti. Migliorabile, certo, ma anche peggiorabile. Ed è quello che avviene qui.
Ma lunghezza estrema non significa certo profondità. Per esempio, dopo dieci secondi di film si accenna alla morte del padre, ma poi di questo evento traumatico non viene mai fatta più menzione. Altro esempio, all'inizio della pellicola facciamo conoscenza con un ragazzino biondo che sembra destinato a diventare il miglior amico del protagonista. Peccato che i realizzatori se lo scordino completamente per due ore e decidano di riproporcelo solo sugli spalti del torneo.
Inoltre, lascia molto perplessi il rapporto tra il maestro e il suo giovane allievo, considerando che il primo si rivela avere enormi problemi di salute mentale (fate attenzione alla sua auto). In questo senso,la scena fondamentale del film vede Jackie Chan che deve utilizzare le sue capacità di attore drammatico, non esattamente l'attività che lo ha reso celebre in tutto il mondo.
qualche momento simpatico c'è, ma in generale è difficile consigliare una pellicola del genere a chiunque abbia sopra i 10 anni. Di sicuro, Jaden Smith sembra migliore in assoluto di un ruolo in cui risulta spesso insopportabile. E come solito, sul fiuto e le capacità di fare soldi della famiglia Smith c'è poco da dire. Decisamente l'aspetto più convincente della pellicola, in attesa di un sequel inevitabile, ma che spero sia profondamente diverso...