Justice League 1, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo numero di Justice League targato Rinascita, pubblicato da RW Edizioni - Lion Comics
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Mentre Aquaman, Flash, Batman, Cyborg e Wonder Woman stanno ancora piangendo la perdita di Superman, un mostro gigante conosciuto come il Mietitore dissemina morte e distruzione, cosa che costringe gli eroi a tornare in azione. L’esito della battaglia appare incerto, ma l’intervento di ben tre nuovi alleati, che vanno a rimpolpare i ranghi del team, riequilibrerà le forze in campo.
Come deciderà di agire questo Superman e quale sarà la reazione della Justice League sono gli argomenti di Temi il Mietitore, prova che conferma tutti i suoi pregi e difetti dell'artista britannico: bella la plasticità delle sue anatomie, spettacolari le battaglie le splash-page che ritrae; meno brillante il suo operato con l’espressività dei volti e con la caratterizzazione delle figure sullo sfondo. Un prologo senza infamia e senza lode, in definitiva, utile a introdurre la nuova serie disegnata da Tony Daniel.
Il tutto viene rafforzato dalle tavole di Daniel, più a suo agio rispetto a Hitch nella gestione di un cast corale e bravo sia nel centrare l’espressività dei personaggi, sia nella descrizione delle scene più concitate, ricche di dettagli.
Dan Abnett e Brett Booth sono invece gli artefici di Titani: Rinascita, prologo della nuova collana dedicata al gruppo di giovani eroi. Abbiamo incontrato Wally West sulle pagine dello speciale prologo di Rinascita e oggi lo ritroviamo in compagnia dei sui ex compagni di squadra: Dick Grayson, Roy Harper, Donna Troy, Garth e Lilith Clay. Una misteriosa entità sembra aver rubato dieci anni di storie ai personaggi dell'Universo DC, compresi i Titani. È compito di Wally - proveniente dalla precedente continuity - riconquistare la fiducia dei suoi amici e risvegliare in loro i ricordi passati.
Un racconto sicuramente toccante, ma giocato in maniera ruffiana da Abnett, che punta molto sull’effetto nostalgia. Belle le tavole di Booth, impreziosite dai colori di Tomev Morey, che riprendono le atmosfere degli anni ’90 creando un ponte immaginario con quell’epoca fortunata del fumetto americano.