Jurassic World - Nuove avventure (seconda stagione): la recensione

Jurassic World: Nuove avventure rimane un piacevole diversivo dedicato agli spettatori più giovani del franchise

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Jurassic World - Nuove avventure (seconda stagione): la recensione

Un gruppo di ragazzini bloccati su un'isola deserta senza la supervisione degli adulti: sarà mica uno scenario da Il signore delle mosche? In realtà no, anche se il pericolo senza dubbio ci sarà. E tra le altre cose anche nella seconda stagione di Jurassic World: Nuove avventure proprio gli adulti sarebbero gli ultimi ad essere degni di fiducia. Che poi è un classico di tutto questo franchise fin dall'inizio: gli adulti giocano con cose che non sono in grado di controllare, e i bambini ci finiscono nel mezzo. Magari non saranno sempre ragazzini simpaticissimi, ma si daranno da fare per combinare qualcosa di migliore rispetto alla generazione precedente.

Fatta questa osservazione, in realtà non c'è poi molto da segnalare in questa seconda stagione della serie animata di Netflix. I ragazzini della prima stagione sono ancora bloccati su Isla Nublar dopo la distruzione del parco e la fuga in massa. Ci troviamo in una sorta di stato di sospensione tra l'immediato abbandono della struttura e la valutazione delle conseguenze. In questa terra di nessuno i giovani Darius, Brooklynn e gli altri protagonisti della serie devono cercare di trovare il modo per rimanere in vita, guardandosi dai dinosauri e non solo.

Jurassic World: Nuove avventure non cerca la scrittura sofisticata o il contropiede rispetto alle aspettative degli spettatori. Si limita a raccontare il percorso di crescita dei protagonisti alle prese con una situazione straordinaria. Come nella prima stagione, il loro percorso non riserva alcuna sorpresa, e tutti loro sono definiti in base a caratteristiche standard (l'influencer, il pigro, il sognatore). La costruzione dei loro personaggi, e indirettamente della loro amicizia, passa attraverso il superamento di certi caratteri che lasceranno sempre intravedere una giusta ricompensa che li arricchirà. Ecco quindi l'influencer che è una persona meno superficiale di come appare, il pigro che sarà meno egoista, il sognatore che è molto sensibile e coraggioso.

È tutto molto semplice, perfino nella costruzione dei villain stagionali, inquadrabili dalla loro prima apparizione. Per non parlare di un ritorno abbastanza "telefonato". Ma tutto sommato la serie si mantiene onestamente fedele a se stessa, un piacevole diversivo dedicato agli spettatori più giovani del franchise.

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