Junk Head, la recensione | Trieste Science+Fiction Festival 2021

La recensione di Junk Head, un interessante progetto in stop motion realizzato da Takahide Hori

Condividi
Junk Head, la recensione | Trieste Science+Fiction Festival 2021

Takahide Hori ha trascorso ben sette anni per realizzare il suo film in stop motion Junk Head, un'impresa ambiziosa e impegnativa che porta in vita un mondo futuristico cupo e ricco di inventiva.

La storia è ambientata in un futuro distopico in cui la manipolazione genetica permette all'umanità di vivere a lungo, ma ha causato l'incapacità di riprodursi. Dei cloni ribelli, chiamati Marigan, vivono nel sottosuolo dove si è sviluppata una società parallela che potrebbe possedere la chiave per la sopravvivenza. Quando un esploratore viene ritrovato a pezzi, dopo aver perso il corpo e i ricordi durante il viaggio verso il basso, le creature lo riportano in vita usando dei pezzi di scarto, dando il via a un'impresa in cui il protagonista deve lottare per la sopravvivenza, viene considerato una divinità e uno schiavo, e si imbatte in numerosi mostri.

Takahide Hori si è occupato praticamente di ogni aspetto della realizzazione del film e il passaggio dell'idea da cortometraggio a lungometraggio paga un po' la difficoltà di ampliare la sceneggiatura del progetto. Gli eventi permettono comunque di puntare l'attenzione sui problemi della società contemporanea, tra ricerca spasmodica del prolungamento della propria vita e un trattamento poco equo dei lavoratori, senza dimenticare una leggera critica al modo in cui giudichiamo e valutiamo il prossimo. A livello visivo, tuttavia, Junk Head è un insieme ben ideato di creature fantastiche che uniscono elementi futuristici e naturali, di scene d'azione piene di ritmo e di sequenze che sembrano trarre ispirazione da videogiochi e fumetti.
Il percorso compiuto nel labirinto in cui si avventura il protagonista è accompagnato da una colonna sonora ritmata e da dialoghi in una lingua, ovviamente incomprensibile, che rendono l'insieme ancora più surreale e al tempo stesso intrigante.
Il montaggio realizzato da Hori in collaborazione con Tetsu Kawamura è ben equilibrato tra i momenti adrenalinici e le pause che regalano agli spettatori la possibilità di rendersi conto dell'estrema cura per i dettagli che contraddistingue il lungo lavoro del filmmaker.
Gli appassionati di stop motion troveranno più di un motivo valido per apprezzare Junk Head e l'incredibile lavoro compiuto da Takahide Hori, la cui creatività permette di dare forma a una "follia" in più di un momento soprendente.

Continua a leggere su BadTaste