Julia 196: La casa della mummia, la recensione

Abbiamo recensito per voi Julia 196: La Casa della Mummia, scritto da Giancarlo Berdardi e Lorenzo Calza per i disegni di Claudio Piccoli

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Tex e Dylan Dog sono da sempre le testate più iconiche e remunerative della Sergio Bonelli Editore. Oggi si sta facendo strada prepotentemente Orfani, ma all'interno della vasta offerta della casa editrice milanese, vi sono altre realtà meno pubblicizzate ma con ottimi dati di vendita, subito a ridosso delle collane ammiraglie. Solitamente questi titoli raccolgono uno zoccolo duro di lettori che premiano la qualità costante della proposta. Julia di Giancarlo Berardi ne è l'emblema, tanto da conquistarsi meritatamente il primo speciale a colori previsto per la prossima estate, come avrete letto.

La testata dall'ottobre del 1998 racconta le avvenute della sua incantevole criminologa, riuscendo a toccare gli argomenti più disparati e coinvolgenti, compresa l'attuale crisi economica, pennellata magistralmente in Julia #171: Gli insospettabili.
Nel numero attualmente in edicola, La casa della mummia, in cui Berardi è affiancato validamente alla sceneggiatura da Lorenzo Calza, la protagonista insieme all'amico fraterno, l’investigatore privato Leo Baxter, si trova a indagare su quello che tecnicamente si definisce un cold case, un genere portato alla ribalta dall'omonima serie TV americana. Julia è costretta suo malgrado a investigare sul passato di uno dei suo scrittori preferiti, Bertrand Hayes, nella dimora del quale, in seguito a un terremoto, viene alla luce un corpo mummificato che dalle prime indagini potrebbe essere il risultato di un misterioso assassinio avvenuto più di venti anni prima.

In questo albo che è prima di tutto un omaggio al genio creativo e alla figura di Frida Kahlo (chi può non si perda la mostra allestita a Genova aperta fino all'8 febbraio), ritroviamo tra le righe o meglio tra le vignette, cosa significhi la gavetta per un autore, la complessità di rapporti sentimentali delicati e la difficoltà nel dover trattare in modo scientifico e distaccato un caso che può coinvolgere emotivamente. Intrigo, curiosità romanzesca, storica e intellettuale circondano come sempre le vicende della creatura di Berardi dalle fattezze di Audrey Hepburn. Claudio Piccoli ne sa catturare tutta la magia, offrendo un episodio delizioso anche dal punto di vista grafico. A conferire ulteriore spessore al tutto, contribuiscono personaggi di secondo piano che esprimono l'essenza stessa della complementarietà, come il burbero tenente di polizia Alan Webb o la scoppiettante colf Emily Jones.

Per chi non la conoscesse, Julia continua a confermarsi una lettura sorprendente di casa Bonelli, un appuntamento che difficilmente abbandonerete una volta che ci sarete entrati in confidenza, conquistati dai quei brani di vita luminosi e oscuri che caratterizzano le 130 pagine dell'albo. Ma sarà il risvolto positivo alla fine, se vorrete, ad avere la meglio, perché "C'è ancora umanità a questo mondo. Bisogna sapersene circondare".

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