Jujutsu Kaisen Cursed Clash, la recensione

Un esordio non proprio sopraffino quello di Jujutsu Kaisen Cursed Clash, che compie delle scelte anacronistiche inconcepibili

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Il debutto del primo videogioco basato su un anime di successo non è mai facile, e lo stesso si può dire di quanto fatto da Jujutsu Kaisen Cursed Clash. Il primo gioco basato sull'opera di Gege Akutani è, come spesso accade in casa Bandai Namco Entertainment, un picchiaduro ad arene. E, sempre come da tradizione, è crollato sulle proprie meccaniche. Come se non bastasse, ha avuto la sfortuna, tra le altre cose, di uscire una settimana dopo Tekken 8.

Ovviamente, non è solo la finestra di lancio il problema dell'insuccesso di Jujutsu Kaisen Cursed Clash. È stata però sicuramente una delle tante gocce che hanno fatto traboccare il vaso. Disponibile dall'inizio di febbraio su PlayStation, Xbox, Nintendo Switch e PC, scopriamo insieme cosa poteva essere fatto meglio e cosa decisamente non va dell'esordio videoludico degli stregoni di Gege Akutani.

Jujutsu Kaisen: tu questa la chiami narrazione?

Il gioco di Byking purtroppo inciampa fin dalle battute iniziali. Una volta avviato, ci troveremo di fronte all'opening dell'anime, e gettati in un menù simile a quello dei prodotti home video. Selezionata la storia principale, la prima doccia fredda: non c'è parvenza di filmato in grafica di gioco, ma gli eventi si susseguono a capitoli e vengono raccontati tramite scritte a schermo. Jujutsu Kaisen Cursed Clash copre l'intera prima stagione dell'anime e il film Jujutsu Kaisen 0 (è in arrivo anche un DLC sui primi sei episodi della stagione 2) ma lo fa in questa maniera indegna e soprattutto inapprezzabile da chi non conosce già l'opera originale.

Ogni atto della storia consiste solamente in battaglie più o meno difficili con obiettivi secondari da portare a termine. Questi obiettivi secondari vanno dal non farsi colpire all'infliggere un colpo finale scenico col personaggio dato, ricreando l'esito dei combattimenti dell'anime. Ci troviamo di fronte comunque a un adattamento pigro e decisamente non all'altezza di quanto visto su Crunchyroll.

Completando i diversi atti della storia avremo accesso a un albero delle relazioni, che verrà arricchito man mano con i personaggi della serie. Ogni relazione nasconde una o più storie secondarie, purtroppo anche questa volta narrate nello stesso pigro metodo della trama principale.
Il doppiaggio giapponese può fortunatamente contare sul cast dell'anime e anche le sigle dello stesso fanno parte della colonna sonora. Dal punto di vista grafico ogni personaggio è ben reso in cel-shading (simile ai precedenti titoli di Byking) nonostante la già menzionata assenza di filmati per la storia. Quando si seleziona l'eroe da utilizzare nei menù però, c'è un fastidioso contorno indefinito. Un brutto colpo d'occhio, come se i personaggi fossero stati tagliati e poi appiccicati su uno schermo.

Espansione del dominio

Lato gameplay la situazione è per fortuna decisamente più rosea. Jujutsu Kaisen Cursed Clash è un picchiaduro ad arene 2vs2, in cui i sedici personaggi possono darsele di santa ragione. Il cast ridotto è al contempo sia un aspetto positivo che negativo. Se da un lato ogni eroe (o cattivo) risulta unico dall'altro la scelta è fin troppo ristretta, e vengono lasciati fuori alcuni personaggi, mentre alcuni dei presenti non hanno tutte le tecniche a loro disposizione. Le meccaniche del gioco seguono invece la tradizione dei picchiaduro su licenza di Bandai, e nello specifico del gioco dedicato aMy Hero Academia sempre di Byking. L'obiettivo di ogni match è ridurre a zero gli HP dell'avversario da una a cinque volte, a seconda di quanti personaggi saranno in campo.

Caricandoci di energia oscura, potremo scatenare le nostre tecniche più forti, e nel caso delle mosse finali, goderci filmati che ricreano col motore del gioco i momenti dell'anime. L'altro punto positivo del gameplay di Jujutsu Kaisen Cursed Clash è sicuramente la combo di coppia. Potremo segnalare alla CPU di aiutarci contro uno dei due avversari, permettendo così al nostro combattente di fare squadra con qualunque personaggio disponibile. Sarà strano (e allo stesso modo appagante) vedere Nanami affiancato da Mahito, o Yuji che lotta fianco a fianco di Sukuna. Inoltre, come dicevo qualche paragrafo fa, ogni personaggio è ben diversificato e facilmente riconoscibile nelle tecniche e strategie da utilizzare, dando quantomeno la voglia di provarli tutti per trovare il più adatto al nostro stile di gioco.

Non c'è anima viva

Il problema più grande però, sovviene una volta abbandonata la modalità storia, quando si comincia a esplorare il resto dell'offerta. Oltre alle classiche battaglie offline, Jujutsu Kaisen Cursed Clash offre anche una modalità sopravvivenza da poter affrontare sia da soli che online. Si tratta di una serie di tre sfide generate casualmente, in cui potremo attivare dei modificatori per accumulare punti da spendere in equipaggiamento ed extra per i personaggi. Finché si affronta da soli non ci sarebbe molto di cui lamentarsi, se non quando si scopre che online si ottengono più punti e si velocizza tutta la progressione. Vi chiederete dove sta quindi il problema. Il netcode di Jujutsu Kaisen Cursed Clash è indecente. Non solo non si trova quasi mai un giocatore attivo, ma quando lo si trova la partita spesso non regge fino alla fine, mandando a monte i progressi fatti.

Non so a cosa sia dovuto questo deserto, dato che il gioco è disponibile da un mese. Tanto che l'unica motivazione che mi sono dato è per l'appunto il lancio fin troppo vicino a quello di Tekken 8 (e il prezzo molto simile). Al momento non so se la situazione migliorerà in futuro, ma spero possa cambiare con l'arrivo del DLC o con un successivo taglio di prezzo.

Un esordio nel mondo dei videogiochi non proprio sopraffino quello di Jujutsu Kaisen Cursed Clash, che al netto di un gameplay onesto compie delle scelte anacronistiche inaspettate. L'assenza di giocatori online a meno di un mese dall'uscita è solamente l'ultimo dei tanti problemi che il gioco di Byking deve affrontare. Nonostante tutto, non me la sento di dare un'insufficienza al gioco, ma neanche di lodarlo immeritatamente. Speriamo che in futuro la serie possa trovare una redenzione, magari sotto forma di un altro genere più adatto all'opera di Gege Akutami.

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