Journey to the Savage Planet, l’esplorazione spaziale non è mai stata così spassosa | Recensione
Journey to the Savage Planet è l’equivalente videoludico di una puntata di Futurama, un perfetto mix di demenzialità e battute al vetriolo in salsa sci-fi.
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Journey to the Savage Planet, l’esplorazione spaziale non è mai stata così spassosa | Recensione
Le fonti d’ispirazione di Journey to the Savage Planet sono innumerevoli, tutte ben visibili nel corso dell’avventura che vi accompagnerà a esplorare il bizzarro e strambo mondo alieno che dà il titolo al gioco. Futurama, Starship Troopers, Metroid, persino un pizzico di Grow Up!, piccola produzione Ubisoft in cui si controllava un robot nella sua lenta scalata verso il cielo.
Action-platform in prima persona, l’opera prima della piccola software house recentemente acquisita da Google non ha alcuna intenzione di settare nuovi standard nel genere di riferimento. Pur non limitandosi al compitino, ha sufficiente onestà intellettuale da non illudere il videogiocatore, mettendo in bella mostra i suoi molti pregi sin dai primissimi istanti dell’epopea.
Nei panni di un anonimo esploratore dello spazio, inviati a milioni di anni luce dalla Terra, dovrete esplorare la superficie del pianeta assegnatovi, risolvere i misteri in cui vi imbatterete, recuperare sufficiente carburante per garantirvi il viaggio di ritorno.
Non c’è una vera e propria trama, quanto una lunga serie di piacevoli siparietti che coinvolgono ora il computer di bordo, un’I.A. con la battuta sempre pronta, ora il capo della spedizione, che vi comanderà a bacchetta dicendovi cosa fare direttamente dalla pacifica, tranquilla e ospitale Terra.
Tra spot distopici che estremizzano e ridicolizzano certe derive del capitalismo e buffe creature che producono singolari rumori ad ogni passo, Journey to the Savage Planet è l’equivalente videoludico di una puntata di Futurama, un perfetto mix di demenzialità e battute al vetriolo in salsa sci-fi. In più di un’occasione vi farete una sana risata, godendovi uno degli aspetti più riusciti del gioco.
Sì, perché la produzione 505 Games non esaurisce nella sua vena ironica quanto di buono abbia da offrire. Tra i pregi, spicca un level design mai particolarmente raffinato, ma sufficientemente sviluppato da dare vita ad un quartetto di ambientazioni dalle discrete dimensioni, ricche di sentieri nascosti, colmi di zone segrete che celano stuzzicanti collezionabili.
Nonostante il gioco non offra chissà quante missioni secondarie, nel corso dell’epopea avrete sempre almeno un’attività facoltativa a cui dedicarvi. Potrete per esempio accumulare risorse con cui potenziare l’arma in dotazione. Oppure dedicarvi alla raccolta dei frutti che amplieranno la vostra barra di salute. In alternativa, potrete mettervi alla ricerca dei database alieni che inspessiscono la lore ed aggiungono dettagli interessanti alla pur prevedibile trama.
Equipaggiati di jetpack, rampino e visore che vi segnalerà la direzione da seguire per raggiungere l’obiettivo prefissato, sarete spesso e volentieri protagonisti di salti millimetrici da una piattaforma, all’altra. Sebbene per la maggior parte del tempo avrete i piedi ben saldi a terra, intenti ad esplorare ogni anfratto del pianeta, vi toccherà districarvi tra piccole e grandi isole fluttuanti per raggiungere la meta prefissata. Proprio in queste sezioni saggerete la bontà di un level design mai banale, perfettamente in grado di proporre un livello di sfida insospettabilmente alto, grazie anche alla complicità del jetpack che volutamente soffre di una certa latenza e inerzia.
Prendendoci un po’ la mano, facendoci il manico, scoprirete che il limite è solo il cielo. Via, via che accumulerete i power-up, scoprirete che ogni location è facilmente raggiungibile, rendendo l’avventura sempre più appassionante, appagante, ricca di soddisfazioni.
Anche la progressione figura tra i punti di forza di Journey to the Savage Planet. Sebbene la longevità sia relativamente contenuta, venti ore sono più che sufficienti per giungere ai titoli di coda, avendo contemporaneamente recuperato ogni collezionabile disponibile, l’avventura non conosce momenti morti, né fasi noiose o ripetitive. Dall’inizio alla fine del gioco, sarete continuamente stimolati a completare le piccole missioni proposte, a esplorare nuove grotte, a recuperare abbastanza risorse per creare l’ennesimo potenziamento.
[caption id="attachment_207831" align="aligncenter" width="1000"] Graficamente il titolo si difende, pur mostrando il fianco a qualche piccola défaillance di natura tecnica.[/caption]
Purtroppo, come già lasciato intendere, non siamo di fronte a un gioco perfetto. Sparare, senza alcun dubbio, è la cosa peggiore che vi toccherà fare nel gioco. Il sistema di mira è semplicemente rotto, dettaglio che rende ogni scontro con i boss particolarmente frustrante. La scarsa potenza di fuoco della pistola lascia presagire che fosse nelle intenzioni degli sviluppatori rendere le fasi shooting particolarmente complesse, ma c’è certamente qualcosa che non funziona quando persino l’abbattere una creatura qualsiasi diventa inutilmente complicato.
Inoltre non mancano bug di varia entità. Dai semplici oggetti che fluttuano nel vuoto, a casi in cui siamo rimasti incastrati da qualche parte, costringendoci a riavviare la partita, siamo stati testimoni di diverse problematiche. Nulla di così frequente, beninteso, ma innegabilmente non sempre tutto fili liscio come sperato.
Journey to the Savage Planet è stata una piacevole sorpresa, uno di quei titoli che pur senza budget titanici alle spalle, rinunciando ad ambizioni altisonanti, sa divertire ed appassionare. La creatura di Typhoon Studios riesce nel suo intento grazie ad un’ironia sempre efficacissima e ad un level design davvero niente male.
Nonostante le fasi shooter rappresentino l’aspetto meno riuscito, nonostante qualche bug qui e là, Journey to the Savage Planet si è dimostrato un platform-adventure davvero godibilissimo. Le tante citazioni dirette a Metroid, inoltre, solleticheranno i videogiocatori più navigati, ulteriore plus di una produzione che saprà certamente crearsi una folta schiera di devotissimi fan.