Jonathan Strange & Mr. Norrell 1x02 "How is Lady Pole?": la recensione

Secondo episodio per Jonathan Strange & Mr. Norrell: il fantasy della BBC convince ancora di più rispetto alla scorsa settimana

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Se il pilot della serie tratta dal romanzo di Susanna Clarke poteva mettere in difficoltà i neofiti, il secondo episodio di Jonathan Strange & Mr. Norrell scaccia via ogni residuo dubbio. Lo fa con un episodio che, seppure troppo calcato dal punto di vista degli eventi, frettolosi ed eccessivi, ha ormai costruito un mondo equilibrato, coerente, magico in un modo che risolve in modo diverso i classici canoni del fantasy cui siamo abituati. How is Lady Pole? è un episodio il cui il fascino della storia, i suoi diversi toni, le trovate narrative e creative si incontrano in una miscela che non può lasciare indifferenti.

Se un appunto si può fare è, come già anticipato, alla mole quasi esasperante di eventi che accadono nel corso della puntata. I due maghi interpretati da Eddie Marsan e Bertie Carvel si incontreranno, e già in questo episodio, sempre per la regia di Toby Haynes, il loro rapporto subirà una serie di scossoni. Da completi e diffidenti estranei a sodali nel loro rapporto di maestro e apprendista, e quindi già oltre questo fragile equilibrio, verso quella rivalità che era stata anticipata nella prima puntata, quando Strange aveva visto "il proprio nemico" identificato proprio in Norrell. Dello stesso avviso è Arabella, che mette in guardia il marito dopo un incontro sconvolgente con la donna che dà il titolo all'episodio. Lady Pole, come il fedele maggiordomo Stephen, è soggiogata dalla volontà della creatura magica senza identità, interpretata con spietata freddezza da Marc Warren.

Come nella più classica delle tradizioni, si rivelano le clausole nascoste del patto concluso con figure oscure, e quindi la metà della vita della giovane che appartiene al "gentiluomo con i capelli lanuginosi" che non scatterà ad un certo punto della sua vita, ma è la notte. Eppure tutto questo problema sembra rivolgersi ad un futuro al momento lontano.

L'inizio e la fine della puntata, in cui si fa sfoggio di un buon utilizzo di effetti visivi, si richiamano. Entrambi in mare, entrambi hanno a che fare con delle navi, entrambi risolti per mano dell'uno o dell'altro mago. Il momento di Jonathan Strange, non tanto per imponenza visto che ormai siamo abituati a tutto, quanto per creatività, lo vede vincitore anche rispetto alle autorità londinesi, che lo incaricano di partire per il Portogallo per dare manforte all'esercito contro Napoleone. Norrell rimane solo, consumato da quella che sembra essere invidia.

Appena un episodio, e già l'allievo sembra superare il maestro. I due tra le altre cose vedono anche in modo diverso la figura del Re Corvo, il più grande mago di tutti i tempi, una figura a metà tra leggenda e storia: Norrell lo detesta, Strange vorrebbe saperne di più. Accade molto, sicuramente troppo in questo episodio. Eppure la grande forza dimostrata finora dalla serie è quella di riuscire, merito del materiale originale, in piedi personaggi, vicende, diversi toni. Sì, perché la serie, davvero molto british, non disdegna momenti ora sopra le righe, ora quasi ridicoli, ora più orrorifici e tesi. L'importante, dato che si tratta di inglesi, è che tutto sia "rispettabile".

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