Johnny English Colpisce Ancora, la recensione
Fuori da ogni tempo e fuori da ogni velleità di creare una vera storia Johnny English è l'apoteosi del già visto. Ma funziona e alla fine è quel che conta
Se mr. Bean era un personaggio del cinema muto rimesso in scena oggi, Johnny English è invece Clouseau, è la presa in giro di qualcuno che prendeva in giro i polizieschi e i film di spionaggio, ne ha la stessa prosopopea e la stessa tendenza a vantarsi con boria poco prima di compiere un disastro oltre alla più prevedibile medesima tendenza a distruggere tutto. Con il solito fido aiutante burocrate Bough (l’impareggiabile Ben Miller), anonimo ma infallibile, anch’esso rigorosamente non originale ma copiato dal criceto che aiuta Danger Mouse (storico un cartone britannico che prende in giro le spie), l’agente segreto ormai in pensione viene richiamato perché tutte le identità dei membri dell’MI7 sono state svelate da un attacco informatico e lui è l’unico al di sopra di ogni sospetto. Dovrà scoprire da dove viene e lo farà, fieramente, con mezzi analogici di una volta. Spionaggio vecchio stampo.
Chi vuole disperatamente vedere in questa storia di attacco alla Gran Bretagna qualche riferimento alla Brexit rimarrà deluso, come chi vuole vedere nel primo ministro interpretato da Emma Thompson un po’ di Theresa May. Johnny English Colpisce Ancora non ha proprio voglia di inserirsi nel suo tempo, è fuori da tutto e quindi eterno, a prescindere da quante risate possa scatenare (dipende dalla vostra sensibilità all’umorismo slapstick) le scatena oggi come 20 anni fa e come tra 20 anni. È così fuori da tutto che un giorno sarà difficile datarlo senza imdb. E forse è proprio questa la sua forza misteriosa.