John Rambo


Rambo si è ritirato in Thailandia, dove vive pacificamente cacciando serpenti. Fino a quando... A Stallone era riuscito il miracolo con Rocky Balboa. Qui decisamente no...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloJohn RamboRegiaSylvester Stallone
Cast

Julie Benz, Matthew Marsden, Graham McTavish, Rey Gallegos, Jake La Botz, Tim Kang, Paul Schulze

Uscita22 febbraio 2008

John Rambo è un film strano. Sbagliato, sicuramente, ma in maniera strana. La pellicola incomincia con delle vere immagini della repressione del regime birmano nei confronti della popolazione karen. In teoria, un'idea molto efficace per suscitare lo sdegno del pubblico e per provocare un effetto positivo anche nella società, oltre che al botteghino. Peccato che la pellicola poi ci mostri un'ora e mezza di violenza gratuita e quasi fumettistica, che rende quasi ridicola un'ambientazione assolutamente drammatica e purtroppo completamente vera. Non è infatti possibile vedere così tanti corpi divisi in due o qualche decina di teste mozzate senza pensare di trovarsi di fronte ad una pellicola exploitation di bassa lega. Sensazione rafforzata dallo stile registico di Stallone, molto enfatico anche per l'abuso di ralenti, con scene d'azione viste e riviste.

Ma anche la storia ha delle idee assurde. E' impossibile capire perché un feroce gruppo di soldati birmani mantenga in vita degli americani, potenzialmente anche più pericolosi della popolazione locale (perché possono denunciare le loro atrocità ai mass media), e non li ammazzi immediatamente. E francamente non si capisce come la giovane missionaria riesca a cavarsela per giorni e giorni senza essere toccata. Lascia anche perplessi il fatto che Rambo intervenga non per le centinaia di atrocità che vengono commesse contro la popolazione karen ogni giorno, ma per salvare dei missionari americani (un po' imbecilli, va detto) impegnati in una missione suicida. Completano il quadro dei cattivi da operetta e feroci, ma abbastanza scemi da farsi sconfiggere nettamente da pochi uomini armati.

Anche il gruppo dei mercenari (potenzialmente molto interessante, basti pensare a classici come I sette samurai/I magnifici sette o Una sporca dozzina) è descritto in maniera  superficiale, tanto che, a parte il capo, è veramente difficile ricordarsi questi personaggi dieci minuti dopo la fine del film.

La cosa migliore sono i quasi dieci minuti iniziali praticamente muti in cui scopriamo i sadici giochi dei soldati e la vita attuale del protagonista. Nulla di trascendentale, ma sicuramente molto più intelligente del resto del film. Rambo parla poco (con un efficace "è complicato" come risposta a chi gli domanda spiegazioni sulla sua vita negli ultimi trent'anni), ma forse è un bene. Comunque, certi sguardi di Stallone sono impagabilmente (e involontariamente) buffi. Ma nulla di così divertente come un'esplosione, talmente forte che sembra provocata da un ordigno nucleare.

Insomma, Rocky ha terminato le sue avventure in maniera sorprendentemente positiva. Questo Rambo, invece, lo mandiamo in pensione molto volentieri...

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