John Carter recensito da un lettore di BadTaste.it
Abbiamo ricevuto moltissime recensioni di John Carter, il kolossal fantascientifico di Andrew Stanton uscito il 7 marzo. Ecco quella che abbiamo scelto...
Qualche giorno fa vi abbiamo chiesto di inviarci le vostre recensioni di John Carter, il kolossal fantascientifico di Andrew Stanton uscito nei cinema italiani il 7 marzo, spiegandovi che avremmo selezionato la nostra preferita (a nostro insindacabile giudizio, premesso che l'importante non era recensire positivamente o negativamente il film).
John Carter, un moderno classico
Il bianco delle lune di Marte. Il rosso dei vessilli di Zodanga e il blu delle insegne di Helium. Il verde della pelle dei Thark. Il giallo ocra della polvere del deserto e del paesaggio roccioso di Barsoom. E' in questo insieme di colori forti che Andrew Stanton, il regista premio Oscar per Alla Ricerca di Nemo e Wall-E, dirige l’avventura di John Carter, ex-capitano sudista che finisce misteriosamente su Marte, nel bel mezzo di una guerra tra popolazioni diverse.La storia si basa sul cosiddetto Ciclo di Marte di Edgar R. Burroughs, archetipo e progenitore di tutta la fantascienza letteraria e cinematografica del ‘900, da Guerre Stellari a Avatar. In questo senso la vicenda è semplice, con guerre da combattere, riti di passaggio da affrontare e principesse da salvare. Infatti ciò che importa è lo stile e l’atmosfera. Stanton ci consegna un film pienamente d’avventura in una cornice inedita, fatta di strumentazioni steampunk e alieni verdi a quattro braccia così classici da apparirci inediti. La sceneggiatura, a parte qualche presenza non bene utilizzata, è solida, con una coinvolgente cornice ambienta sulla Terra che apre e chiude il film. Inoltre, certi efficaci flashback lampo arricchiscono la psicologia del protagonista.
John Carter, ben interpretato da Taylor Kitsch, si presenta come un uomo segnato dalla vita ma che evolve e si trasforma, un eroe umanissimo legato alla sua esistenza terrestre e che cerca di scappare da Marte. A fare da contraltare c’è la bella Lynn Collins nelle vesti, variamente succinte, della principessa Dejas, una figura di donna a tutto tondo, idealista e battagliera. A fare da sfondo ai due protagonisti c’è un variegato insieme di personaggi secondari che risulta convincente, tra i mistici Therns con i loro intrighi e soprattutto il popolo verde dei Thark, con i loro riti e la loro struttura sociale. Il pregio cardine del film è mostraci un mondo nuovo, popolato da varie etnie in perenne guerra tra loro, lasciandoci molti incisi, senza spiegarci ogni cosa e facendoci desiderare di conoscere di più. Il tutto è sottolineato dalla musica di Michael Giacchino che, pur senza realizzare temi memorabili, segue bene la storia e supporta con efficacia le varie scene principali.
In generale non possiamo restare indifferenti al livello di cura e di attenzione data a questo film. Ogni armatura e vestito, i vari dettagli delle pitture di guerra, le magnifiche panoramiche paesaggistiche di deserti e canyon, un set maestoso di astronavi e di veicoli, tutto è preciso ed esaltato da una fotografia brillante e luminosa nei momenti giusti. Stanton sa muovere la macchina da presa in maniera efficace anche in ambienti live-action, senza mai perdere la visione d’insieme. Le scene di massa dei combattimenti così come i momenti romantici o quelli ambientati sulla Terra sono ripresi con amore e cura. Spettacolare un momento di montaggio incrociato, in cui si alternano immagini di Carter dalla Terra e su Marte, una scena molto forte e ottimamente realizzata.
Stime dicono che la Disney abbia speso circa 300 milioni di dollari, una cifra enorme, specie se comparata al disastroso primo weekend, in cui John Carter non è riuscito neanche a spodestare dalla prima posizione Lorax. Pertanto è molto difficile immaginare gli eventuali due sequel previsti. E questo è un peccato, perché condanna all’oblio un intero mondo sfaccettato di eventi e di personaggi che meritano una trasposizione prestigiosa come questa. John Carter sconta il fatto paradossale di essere troppo classico, un film di stile retrò con rimandi agli anni ’30 e alla preistoria della fantascienza, accompagnato da caratteri psicologici profondi e a tutto tondo. Questo suo status in bilico tra la modernità e il passato fa di John Carter un esperimento azzardato. Ma, dal punto di vista artistico, non possiamo negare che Stanton abbia realizzato un ottimo lavoro, donandoci il desiderio di conoscere di più su John Carter da Marte, e di rivedere Barsoom.
Amedeo Badini