Jingle Jangle, la recensione
Jingle Jangle pur professandosi dalla parte dell’immaginazione e della creatività (come spesso si canta nei film di Natale, e anche in questo) va in tutt’altra direzione: ovvero quella della disimpegnata mediocrità.
L’incipit vede una una nonna che racconta ai nipotini una storia davanti al caminetto, topos consolidato della narrazione natalizia: fin qui niente di cui lamentarsi. Ma la storia che racconta la nonna, ovvero il film che si dispiega davanti agli occhi dello spettatore - e da cui si riemergerà solo alla fine del racconto – ci dà sempre l’impressione di essere qualcosa di già visto, già sentito, che non ha l’originalità della variazione ma solo la stanchezza del riuso. Il protagonista è Jeronicus Jangle (Forest Whitaker), “l’inventore migliore del mondo” e forse la persona più felice: ha infatti una moglie e una figlia che lo amano e un negozio di giocattoli che vende alla grande. Ma un giorno il suo assistente, anche lui aspirante inventore, decide per invidia di rubargli tutti i brevetti raccolti nel libro delle invenzioni, per poi riusarle per diventare ricco e famoso. Da lì la tragedia: la moglie di Jeronicus muore, lui caccia la figlia di casa (non si capisce bene perché) e passa la sua vita da solo nel suo negozio diventato un banco dei pegni. Ma ecco che un giorno, dal nulla, sua nipote va da lui e con il suo sorriso e la sua voglia di vivere lo tira su di morale, aiutandolo a smascherare il cattivo ex assistente.
Il problema di base è allora forse l’assenza di empatia, che ci impedisce di partecipare anche solo un secondo a quello che sta succedendo. Nemmeno i momenti di musical si salvano: né i momenti corali né quelli solisti riescono a brillare, avendo sia un forte problema di montaggio e di regia (come si fa ad avere dei momenti musical e a filmarli senza alcun senso del ritmo?) che di senso stesso del momento musical (arrivano all’improvviso, senza che ce lo si aspetti – e questo non è mai un buon segnale). Peccato invece per i momenti di animazione, visivamente molto interessanti, ma che purtroppo perdono il loro potenziale in mezzo alla pochezza di tutto il resto.