Janis Joplin - Piece of my Heart, la recensione
Abbiamo recensito per voi Janis Joplin - Piece of my Heart, graphic novel realizzata da Giulia Argnani
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
La solitudine è come una lente d’ingrandimento: se sei solo e stai bene, stai benissimo; se sei solo e stai male, stai malissimo.
La scuola, gli amici, la famiglia. Niente tiene a bada quel demone interiore che divora l'anima della diciassettenne Janis, che un giorno, stanca della sua condizione, decide di trasferirsi - insieme al suo amico Chet - a San Francisco, cosa che innescherà la sua folgorante ma breve carriera musicale. La sua è stata una vita vissuta costantemente oltre il limite, del resto, e non poteva contemplare un altro finale.
Spesso, raccontare i miti si riduce a elencare una serie di avvenimenti che ne hanno segnato l'esistenza: una stucchevole sequenza di fatti basata su luoghi comuni e dicerie - più o meno false - che da sempre accompagnano l’immaginario collettivo. La Argnani, invece, compie un’operazione ben più complessa e rischiosa: accorda la sua penna - e la sua matita - ascoltando il dolore che dilaniava l’anima della Joplin, un'eco che giunge a noi attraverso le sue canzoni, gli estratti dai concerti e le foto.
Con il cuore a pezzi, in costante ricerca di affermazione e rivalsa sui suoi detrattori, Janis si abbandona a una solitudine che tutto amplifica, a quel malessere - suo eterno compagno - che era solita mettere a tacere con musica, eroina e alcol. Attenta a non tradire questi aspetti, l’autrice sintetizza una densa biografia in pochi passaggi, creando un puzzle composto da diversi episodi proposti non cronologicamente. Il lettore deve quindi riempire con l’immaginazione i vuoti temporali, ma soprattutto saper accogliere il dolore e la solitudine che trasudano dall'opera della Argnani.
La grande attenzione nell'amplificare i passaggi più delicati e sofferti della vita di Janis viene tradotta in tavole cariche di passione. La disegnatrice Argnani è brava a cogliere le tante sfumature emotive della protagonista, che tavola dopo tavola prendono forma diventando volti e corpi espressivi che raccontano al lettore - anche solo attraverso un sorriso o una lacrima - un particolare momento.
Lo stile realistico rifugge virtuosismi e inutili orpelli operando un lavoro di sintesi funzionale allo sviluppo del soggetto. La scelta del bianco e nero risulta consona se rapportata all’idea generale dell’opera: riportarci indietro nel tempo, a quel decennio magico - e al contempo drammatico - che furono gli anni Sessanta. L'impostazione monocromatica dona quell’aura di mito a una storia di emancipazione e trasgressione, come fosse un documentario dell'epoca.
Janis Joplin - Piece of my Heart è un’opera delicata e potente, proprio come la sua protagonista, in grado di passare da un estremo all’altro con grande rapidità. Una lettura che, grazie a un equilibrato gioco tra sceneggiatura e disegno, vi travolgerà e conquisterà grazie al ritratto suggestivo di una grande artista; lei che, ancora acerba, chiusa nella sua stanza, cantava:
It's sad, so sad to be alone
It's sad, so sad to be alone
No friends to help you, no family no home
It's sad, so sad to be alone