Jane, la recensione
Jane è una storia e avvincente che rispetta lo spirito originale del romanzo da cui è tratto trasportandolo ai giorni nostri
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Jane è una versione ammodernata e a fumetti di Jane Eyre, il celebre romanzo di formazione di Charlotte Bronte, la cui storia viene ricollocata nella New York dei giorni nostri dalla sceneggiatrice cinematografica e televisiva Aline Brosh McKenna, nota al grande pubblico per aver firmato Il diavolo veste Prada e Crazy Ex-Girlfriend.
Altro adattamento moderno, altra orfana: Jane nasce nel 2013 con un accordo per una trasposizione cinematografica, ma il copione rimane nel cassetto per troppo tempo e non se ne fa più nulla. Ora, però, possiamo scoprire questa versione alternativa della storia in versione cartacea, tra vignette e balloon: una grande potenzialità del nostro medium preferito (non che debba affidarsi solo agli "scarti" dell'industria cinematografica, ovviamente).
Il premio Eisner Ramón K. Pérez - ospite della casa editrice milanese all'imminente Lucca Comics & Games 2019 - firma tavole evocative e con un'impostazione più ordinata rispetto ai suoi più recenti lavori per la Marvel; in alcune sequenze si concede però di sperimentare attraverso gli strumenti offerti dal medium Fumetto, tra vignette serrate e tratti sfumati. I suoi disegni sono caratterizzati da una grande sintesi e da un sapiente uso delle ombreggiature, il che permette di arricchire la narrazione con soluzioni cromatiche molto espressive; uno approccio che ci sembra tendere a quello di grandi maestri come Darwyn Cooke o Tim Sale e che risulta particolarmente efficace per una storia realistica come questa.
"Una storia solida e avvincente."Per chi conoscesse il romanzo originale, il personaggio di Edward Rochester qui risulta decisamente ammorbidito: il classico bello e dannato da letteratura ottocentesca apparirebbe anacronistico, con i suoi attacchi d'ira e gli atteggiamenti aggressivi fuori luogo in epoca di #metoo e girl power. Del resto, ora è molto più difficile raccontare la redenzione di una figura del genere, e non a caso l'aspetto romantico è l'elemento più traballante dell'opera. Il personaggio viene dunque reso una sorta di fascinoso e sfuggente Mr. Big, con un segreto meno "pesante" rispetto a quello del libro che sembra pensato per metterlo in buona luce.
Questi echi sentimentali, seppur presenti, passano in secondo piano grazie a un'originale sottotrama mystery legata allo stesso Rochester, un'aggiunta preziosa in grado di dare una forte spinta narrativa alla narrazione e maggiori potenzialità visive, dato che si sviluppa anche tramite alcune riuscite sequenze d'azione.
Jane non può essere considerata una trasposizione fedele del romanzo della Bronte, concentrandosi esclusivamente su determinati elementi e su una porzione di trama, ma certamente ne rispetta lo spirito originale, così come quello della protagonista, per raccontarci una storia solida e avvincente.
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