Jackass Forever, la recensione
Invece che celebrare i 20 anni del gruppo Jackass Forever rilancia la loro visione di cinema d'azione impensabile e impossibile da battere
“Qui abbiamo 56 litri di sperma di maiale…”: ma che attacco è?? Ma chi altri se non Jackass (e questa recensione) può attaccare così, dal niente, con la comparsa secca dell’immagine e la voce che parte senza preamboli con l’introduzione di questo supporto di scena?
In Jackass l’inquadratura è fondamentale, e ancora più nello specifico è fondamentale il quadro, cosa è dentro e cosa è fuori, la composizione e l’angolatura. Perché lo stunt più incredibile è niente se non lo si vede in una maniera che ne restituisca l’epica, l’assurdo, il demenziale o anche semplicemente il terribilmente doloroso. Nonostante non ci sia la finzione, lo stesso la rappresentazione della realtà è cruciale nella consegna della soddisfazione allo spettatore. Lo mostra bene, per l’ennesima volta, lo stunt che fa da poster a Jackass Forever, quello di Johnny Knoxville (il Capitan America del gruppo) che si fa sparare da un cannone con le ali da Icaro. Ha tutto quello che ci deve essere, l’idiozia, il rischio, il dolore dello sparo e dell’atterraggio e una componente visivamente incredibile e idiota. Umorismo slapstick tirato là dove nessuno può andare, e dove i più evitano di finire.
Perché in Jackass sono le idee visive a conquistare, prima ancora di vedere come lo stunt o lo scherzo finisca. Un uomo che per la paura si rotola su un tavolo pieno di trappole per topi è uno spunto che fa invidia a Tom e Jerry e che richiede pianificazione e il punto d’inquadratura migliore per goderne. Ma è evidente anche quando per far cadere una persona esageratamente sovrappeso su un rovo di cactus (uno stunt che dura meno di 15 secondi) gli mettono cappello e occhiali di aviatore più un improbabile piccolissimo aliante. Quella è la messa in scena di Jackass e non stupisce nessuno che da sempre dietro ci sia una testa audiovisiva purissima come quella di Spike Jonze (produttore).
Nonostante il titolo apertamente nostalgico Jackass Forever è concentratissimo come sempre, non nasconde l’età, né compiange la giovinezza, nemmeno quando entrano spezzoni della trasmissione di inizio anni 2000. La concentrazione sul lavoro e sulla creazione a tavolino degli incidenti che dovrebbero capitare per caso è massima, capaci di mettere in scena qualcosa di molto elaborato per una gag che poi occupa meno di un minuto e infine audaci a sufficienza da lavorare con un vero orso, creando così una forma di tensione unica e irripetibile. Se non è cinema questo…