Jack Ryan (stagione 4): la recensione

La serie Jack Ryan, tratta dai romanzi di Tom Clancy, saluta i suoi fan con una stagione 4 convincente e ben realizzata

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La recensione della stagione 4 di Jack Ryan, serie disponibile su Prime Video

John Krasinski dice addio alle avventure di Jack Ryan con la stagione 4 della serie targata Prime Video, confermando la sua capacità di dare umanità al personaggio creato da Tom Clancy, pur senza mettere in secondo piano i risvolti politici e action del progetto prodotto da Amazon.
Lo show firmato da Carlton Cuse e Graham Roland riporta sugli schermi l'amato personaggio, gettando le basi per eventuali spinoff e lasciando in sospeso alcuni elementi, alimentando così la speranza, in futuro, di rivedere Jack in azione.

La trama delle sei puntate della stagione 4

Le ultime sei puntate mostrano Jack (Krasinski) dopo aver assunto l'incarico di Acting Deputy Director della CIA, mentre Elizabeth Wright (Betty Gabriel) attende di ottenere l'approvazione del Senato. Un omicidio compiuto in Africa e le azioni di un cartello della droga sudamericano sono solo due degli eventi che portano il protagonista alla scoperta di una cospirazione che mette in dubbio persino ciò per cui ha lottato e ha difeso a lungo.
Ryan deve quindi unire le forze con il veterano Mike November (Michael Kelly) e l'agente Domingo Chavez (Michael Peña), mentre Jim Greer (Wendell Pierce) compie delle pericolose indagini.
Nelle puntate torna in scena anche Cathy Mueller, interpretata Abbie Cornish.

Un addio soddisfacente

L'ultima stagione della serie dedicata a Jack Ryan attinge in modo intelligente agli elementi che hanno portato al successo i romanzi di Clancy quasi 40 anni fa. Gli episodi riescono infatti ad alternare sequenze d'azione ad alta tensione e interazioni che fanno emergere il lato più umano e vulnerabile dei personaggi al centro della trama, proponendo situazioni che rimangono comunque realistici anche nei momenti più estremi.
Krasinski, stagione dopo stagione, ha saputo mantenere il proprio personaggio all'interno di una rappresentazione eroica che, nonostante si muova in una zona grigia in cui il potere potrebbe spingere ad azioni e scelte discutibili, riesce a rimanere all'insegna di una morale e di un'etica prive di lati oscuri. Jack, anche nei momenti più difficili, sembra pronto a sacrificarsi per un bene superiore e questa sua caratteristica spinge costantemente a provare empatia nei confronti dell'eroe e del suo tentativo di lottare per la giustizia.

La produzione della serie, che non ha nulla a che invidiare a progetti destinati al grande schermo, confeziona un thriller internazionale che sfrutta nel migliore dei modi il budget a propria disposizione. Dagli inseguimenti agli scontri in aeroporto, dai complessi salvataggi al tentativo di ottenere informazioni riservate, ogni tassello dell'intricato intreccio di sfide personali e professionali è tratteggiato nel migliore dei modi.

Un cast di livello

L'entrata in scena di Ding Chavez è ben inserita all'interno delle dinamiche già collaudate nelle precedenti stagioni. Peña dà il meglio nei momenti più cinici e nelle interazioni con Kelly, passaggi che regalano anche un po' di leggerezza che, nel contesto così teso e ricco di susseguirsi di svolte e sorprese, aiutano a rendere la visione maggiomrnete scorrevole e coinvolgente.
Wendell Pierce si conferma inoltre come un punto di riferimento dal punto di vista attoriale grazie al suo talento nel costruire un personaggio ricco di sfumature, pur non essendo assoluto protagonista. La sua presenza suscita un senso di calore e di legami familiari che vanno oltre gli obblighi lavorativi, creando così una rete che collega tutti i personaggi tra loro anche a livello emotivo.
Betty Gabriel fatica forse più del previsto nel riuscire a far emergere le difficoltà affrontate dal proprio personaggio, apparendo maggiormente monocorde nella sua performance rispetto al passato. Tra le new entry nel cast, infine, Louis Ozawa nella parte di Chao Fah lascia il segno con la sua rappresentazione di un antieroe in cui non manca un lato umano sensibile e vulnerabile.

Un addio soddisfacente

Pur avendo una sceneggiatura che, in più momenti, sembra avere dei passaggi a vuoto e non è collegata in modo impeccabile a livello narrativo, pagando leggermente le conseguenze di voler mantenere un ritmo sostenuto nel corso delle puntate, l'addio di Jack Ryan è perfettamente in linea con le aspettative dei fan vengono rispettate. I cliché del genere sono presenti e l'epilogo del racconto, nonostante qualche svolta a sorpresa, è più che prevedibile, tuttavia Jack Ryan esce di scena mantenendo fino all'ultimo minuto la sua qualità tecnica e artistica.
John Krasinski, alla sua performance conclusiva nella parte tratta dai libri di Clancy, consolida la propria posizione al vertice della classifica dei migliori interpreti di Jack Ryan e, per i fan del personaggio, sarà difficile immaginare un altro attore nella parte.

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