Jack Ryan (seconda stagione), la recensione
La nostra recensione della seconda stagione della serie Jack Ryan, tratta dai romanzi di Tom Clancy
La storia è ambientata in Venezuela, nazione in cui Ryan arriva come parte di una missione che vuole ottenere dal presidente Nicolas Reyes (Jordi Molla), che si ritrova in contrasto con il suo consigliere Miguel Ubarri (Francisco Denis), delle risposte riguardanti delle attività criminali in corso nella giungla. Le drammatiche conseguenze di un'imboscata costringono però il protagonista e il suo collega Jim Greer (Wendell Peirce) a indagare sull'intricata situazione, mentre nella giungla quattro agenti americani, tra cui Marcus (Jovan Adepo) si ritrovano a lottare per la sopravvivenza a poca distanza dalle linee nemiche.
Per quanto riguarda i personaggi femminili Jack Ryan propone, in questa seconda stagione piuttosto all'insegna del "girl power", l'enigmatica Harry interpretata da una sempre convincente Noomi Rapace, con un legame da non sottovalutare con uno spietato cecchino, e la determinata Gloria Bonalde (Cristina Umana), alla guida di una rivolta politica che infiamma la propria nazione.
La trama, che si sviluppa tra politici corrotti, missioni rischiose, e indagini internazionali sicuramente non annoia pur pagando il prezzo di una contrapposizione fin troppo netta tra gli eroi americani e i malvagi leader venezuelani spietati e in più momenti disumani. Questa mancanza di sfumature nella rappresentazione del confronto tra eroe e villain limita un po' il valore della stagione che, tuttavia, compie dei passi in avanti rispetto alle puntate precedenti per quanto riguarda l'approfondimento psicologico dei protagonisti, in particolare grazie allo spazio dato a Greer e alle interazioni di Jack con i suoi superiori e colleghi. Il lato maggiormente "umano" delle attività della CIA aiuta così a non scivolare nei comuni stereotipi in stile action movie, permettendo a Krasinski di usare la propria versatilità per interpretare un agente non privo di debolezze e vulnerabilità.
Il team di registi e sceneggiatori è stato inoltre in grado di confezionare una stagione con pochi passaggi a vuoto e momenti di pausa, mantenendo sempre alta l'attenzione degli spettatori con svolte e problemi da risolvere, formula che si adatta alla perfezione al binge-watching e al tempo stesso segue gli schemi più tradizionali del piccolo schermo che portano a tenere incollato agli schermi il pubblico anche a distanza di una settimana tra una puntata e l'altra.
Tom Clancy's Jack Ryan mette in secondo piano la poca originalità dell'intreccio e i confini fin troppo netti tra bene e male regalando sequenze d'azione che non sfigurerebbero sul grande schermo e sfruttando nel migliore dei modi la bravura di Krasinski nel dare vita a un personaggio eroico ma con quel pizzico di fragilità e sensibilità che rende impossibile non fare il tifo per lui.