iZombie 1x01 "Pilot": la recensione

Dall'omonimo fumetto Vertigo, arriva con un convincente debutto l'atteso iZombie

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Noodles e pezzi di cervello. La cena perfetta se sei una zombie che, piuttosto che andare in giro ad assalire le persone, ha trovato un sicuro impiego in un obitorio, dove i defunti certamente non soffrono più e dove è anche possibile risalire al loro eventuale assassino assimilandone i ricordi attraverso il cibo. Dall'omonima serie a fumetti della Vertigo, e dopo mesi di rinvii rispetto alla data originale, arriva su TheCW l'atteso iZombie. Ed è davvero un bel debutto quello di una serie che, nonostante le assurde premesse, prende un po' di qua e di là non inventandosi niente ma costruendo un intrattenimento piacevolissimo e divertente, che poggia in gran parte sull'assoluta perfezione della protagonista.

Liv Moore – il gioco di parole nel nome è chiaro – ha grandi progetti per il suo futuro. Sta per sposare l'uomo dei suoi sogni, lavora con preparazione e competenza in un ospedale e spera di diventare un giorno un cardiochirurgo. Tutto crolla nel momento in cui, in un modo che più randomico non si può, un'orda zombie attacca una festa alla quale si trova la ragazza, spedendola direttamente nel mondo dei morti viventi. Cinque mesi dopo, pallore cadaverico e vestiti dimessi, la nostra Olive lavora come ripiego in un obitorio nel quale trova i cervelli di cui nutrirsi per poter andare avanti e, come se il quadro non fosse già abbastanza problematico, la ragazza assume ricordi e atteggiamenti delle persone di cui si nutre. Questo particolare però è determinante nel momento in cui le permette di aiutare un detective a risalire all'assassino di una prostituta.

Lasciando da parte il fumetto e concentrandoci sui richiami al piccolo schermo, risalta immediatamente la mano alla produzione di Rob Thomas, già creatore di Veronica Mars. Molto nella struttura delle due serie è simile, ma iZombie aggiunge a questo schema un elemento sovrannaturale giocato con semplicità e senza farsi troppi problemi di logica e verosimiglianza. Arriva dal nulla e al nulla ritorna l'assalto degli zombie che dà il via agli eventi, tutti gli elementi anche vagamente drammatici sono completamente livellati su un approccio ora scanzonato, ora parodistico, ora per teenager, che rimangono comunque il target di riferimento del network di Arrow e The Flash.

In vari momenti del pilot troviamo poi Liv impegnata nella visione di "La notte dei morti viventi" di Romero, che viene anche palesemente citato ad un certo punto. In questo stridere tra lo zombie classico e quello, a metà fra l'emo e il goth, incarnato dalla protagonista, c'è tutta la voglia di non prendersi sul serio e di esorcizzare lo show tanto dai più seguiti programmi che raccontano di morti viventi, quando dal concetto stesso di morte. E proprio in questa sua leggerezza di fondo, ma anche per la premessa in sé, iZombie si avvicina molto al bellissimo Pushing Daisies di Bryan Fuller, uno che con la morte ci ha sempre giocato. Qui la caratteristica potrebbe essere che si assumono particolari caratteristiche del personaggio defunto a seconda della parte di cervello mangiata: ad esempio qui Liv si nutre del lobo temporale, che controlla il linguaggio, e in effetti impara la lingua della donna uccisa.

Lo svolgimento del caso settimanale – al momento sembra che la serie non dovrebbe avere una forte trama stagionale – è striminzito quanto basta, non brilla né per originalità né per sviluppo e in fondo serve solo a imbastire le premesse per la collaborazione tra Liv (Rose McIver) e il detective Clive Babineaux (Malcolm Goodwin), che la crede una sensitiva. In tutto questo l'unico a conoscere la verità è il medico legale Ravi Chakrabarti (Rahul Kohli). La serie non punta in alto (anche da un punto di vista creativo, si limita ad alcuni innesti che rimandano visivamente al fumetto), ma raggiunge perfettamente il proprio obiettivo. È divertente e piacevole, e su tutto riesce a costruire un'immediata empatia e simpatia nei confronti della protagonista, perfettamente inquadrata per look, caratterizzazione e interpretazione.

Se questo è il debutto, che fa il paio con quello convincente di Jane the Virgin e con la costruzione del proprio universo di supereroi, si può dire che TheCW sta programmando a poco a poco un'offerta di tutto rispetto.

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