Italia 1982 - Una storia azzurra, la recensione
Nella grande storia del mondiale italiano Italia 1982 sceglie di concentrarsi sulla dialettica tra sport giocato e suo racconto
La recensione di Italia 1982 - Una storia azzurra, in uscita in sala l'11, 12 e 13 luglio
L’impostazione è classica, ci sono alcuni dei giocatori di quella squadra e alcuni dei giornalisti in attività all’epoca che rievocano il clima, le prime partite e poi la fase finale. Cronologicamente e coadiuvati da immagini note e inedite. Il diavolo però è nei dettagli. Italia 1982 è innanzitutto un documentario con una messa a fuoco precisa, è la storia di Enzo Bearzot e della sua decisione di portare Paolo Rossi. Il resto è contorno che crea pathos, spettacolo e intrattenimento intorno a quella trama. E secondariamente è la storia di un gruppo di persone assediate dalla stampa (molti giornalisti ancora oggi rivendicano quell’assedio), odiati, maltrattati e incattiviti (le ragioni esisterebbero pure ma il documentario le sorvola). In terza battuta vorrebbe anche essere il racconto di un evento che unì un paese politicamente diviso e violento, ma quello è uno sforzo che davvero non gli riesce.
Ovviamente Italia 1982 è anche un documentario sportivo, pieno di aneddoti e storie, capace di tirare fuori ancora protagonisti poco raccontati (come Selvaggi, il giocatore portato solo per fare spogliatoio che nemmeno venne con gli scarpini), ma soprattutto di mettere in contrasto di nuovo parole dei giornalisti con parole degli sportivi, chi lo sport lo segue, conosce e racconta nell’immediato, con chi lo fa. Chi ne è interessato personalmente con chi ne ha una visione più ampia. Tutto a favore dei giocatori, come è facile immaginare, del resto la leggenda viene prima di tutto, prima della storia e prima di qualsiasi altra cosa. Siamo al cinema.