It Came From the Desert, la recensione

La nostra recensione di It Came From the Desert, film diretto da Marko Mäkilaakso presentato al Trieste + Science Fiction Festival

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Il film è stato presentato al Trieste Science + Fiction Film Festival 2017

Il famoso videogioco It Came From The Desert prodotto da Cinemaware è stato adattato per il grande schermo da Marko Mäkilaakso che riesce così a inserirsi nel filone, cinematografico e televisivo, all'insegna della nostalgia degli anni '80 proponendo un mix di commedia, horror, azione e musica.

Brian (Harry Lister-Smith) è un ragazzo studioso, timido e un vero talento nel prendersi cura delle moto guidate dal suo amico Lukas (Alex Mills) che è invece sicuro di sé, un vero campione e ammirato dalle ragazze. Brian è inoltre innamorato di Lisa (Vanessa Grasse), ma non riesce a rivelarle i suoi sentimenti, sentendosi non all'altezza della ragazza e temendo il confronto con Lukas. La situazione dei tre giovani prenderà una svolta inaspettata quando, durante un party in cui scorre un fiume di birra, scoprono l'esistenza di un laboratorio segreto abbandonato nel deserto dove sono stati fatti in passato degli esperimenti dalle conseguenze mortali. Nella struttura militare sono state infatti create delle formiche giganti che potrebbero sfruttare a proprio favore proprio la festa organizzata in mezzo al nulla, dando vita a una corsa contro il tempo per salvare se stessi e l'intera umanità.

Il film di Mäkilaakso è all'insegna dell'azione e del divertimento, suscitando risate a scena aperta grazie alle interazioni tra i personaggi e attimi sorprendenti con protagoniste proprio le creature, dal design ispirato un po' a quelle del cinema di serie B degli anni '50. Mills e Lister-Smith sono irresistibili nella loro interpretazione degli adolescenti alle prese con la lotta per la sopravvivenza, i primi amori e una situazione che li porta a passare dall'essere armati con padelle e spatole al poter contare su armature e fucili tecnologicamente avanzati, con risultati esilaranti.
La sceneggiatura propone un susseguirsi di eventi ricchi di azione, proprio in stile videogioco, rendendo omaggio al cinema degli anni '80 e '90 attraverso la figura dei protagonisti che sono cresciuti all'insegna del mondo dei nerd. Un po' come accaduto con Babysitter di McG, It Came From the Desert attinge ai film, alle serie tv, ai videogame e alla cultura pop del passato per costruire un'opera ben equilibrata tra l'omaggio, la rivisitazione e l'ironia. I personaggi sono stereotipati ma in senso positivo, enfatizzando la voglia di non prendersi mai sul serio alla base del progetto. Di horror non c'è molto, lasciando più spazio agli elementi della commedia dopo i primi minuti che servono per introdurre la trama, e la storia è all'insegna della prevedibilità, tuttavia le battute brillanti sostengono bene il film, anche grazie a una piacevole colonna sonora, mentre i giovani protagonisti divertono, e si divertono, tra inseguimenti, salvataggi, attacchi mortali, litri di birra e “ricatti” ai propri rivali. Il party nel deserto, anticipato e seguito da spettacolari scene di corse in motocross che appaiono un po' slegate dal resto del lungometraggio, possiede quel mix di leggerezza e follia che intrattiene e regala risate, raggiungendo il proprio obiettivo grazie all'evidente scelta di non prendersi mai sul serio.
Il film di Mäkilaakso non sfigurerebbe nel catalogo delle varie piattaforme di streaming, rappresentando una simpatica parentesi di leggerezza ed evasione.

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