Isola vol. 1, la recensione
Isola ha tutte le potenzialità per essere un grande fumetto, con un chiaro obiettivo di pubblico adolescente, tendente al giovane adulto
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Si apre in medias res il racconto di Isola, la serie di Brenden Fletcher e Karl Kerschl pubblicata da Image Comics negli Stati Uniti e da BAO Publishing qui da noi, in Italia. Una donna, una guerriera, una lottatrice solitaria è impegnata in un viaggio che chiaramente la confonde. Ha una speranza, una meta confusa in mente, un'urgenza notevole nel cercare l'una e l'altra. A guidarla ci sono dei sogni inquietanti e l'istinto. Ha paura, ma non per sé. Ci sentiamo di dirvi tutto questo, che non è poco da raccontare sul personaggio principale di una storia, perché Isola lo comunica, con asciuttezza ed efficacia, in meno di sette pagine su circa centocinquanta di primo volume. Basterebbe questo, per quanto ci riguarda, per consigliarvi la lettura di questo esordio della serie avventurosa e fantasy di Fletcher e Kerschl. Ma c'è di più.
Kerschl utilizza la pulizia del suo tratto, spesso volutamente svuotato di linee che in altri contesti sarebbero necessarie, per lasciare ai colori il compito di demarcare alcuni dettagli dei corpi e degli oggetti, per rendere molto evidente tutta quella parte irrazionale, istintiva e sentimentale che è il grande valore di questa prima parte di Isola. Non che sia assente una mitologia in via di definizione, che si senta la mancanza dell'elemento soprannaturale, a volte anche potenzialmente inquietante, tipico di un'avventura fantasy, non che la trama tiri indietro la mano quando si tratta di mettere in scena l'azione, la violenza e lo scontro. Ma tutto è saggiamente incardinato su Rook e Olwyn, ovvero su una donna che ha una missione fondamentale, di protezione e di salvezza, e una creatura che non può parlare, che non può farsi capire.
Una situazione narrativa certamente non nuova, ma che il contesto e le relazioni intrecciati da questo primo volume rendono un vero e proprio commento allegorico sulla comunicazione interpersonale. Le nostre incertezze nel comprendere Olwyn e i suoi desideri non sono soltanto le stesse di Rook, che deve interpretare i muti accenti di un grande felino e leggere dietro di essi i pensieri di una donna, una regina, una persona a cui tiene, ma sono quelle che riguardano la fatica di conoscere l'altro da noi in generale. Quanto è preziosa la comunicazione, vera, corretta, sincera e immediata, quando si percorre assieme un cammino accidentato e faticoso. E quanto diventano difficili le cose quando non c'è, quando ce ne dimentichiamo o non è possibile. Eppure una strada esiste sempre, sembrano dirci Fletcher e Kerschl con Isola.
Staremo a vedere. Il dato che traiamo da questo primo numero, per ora è questo: le fondamenta emotive di Isola ci sono ed è molto chiaro quel che interessa per ora agli autori. L'obiettivo di farci appassionare al destino incerto di Rook e Olwyn, minacciate da cacciatori, nemici politici che tramano nell'ombra, da una via dissestata e forse anche dalle convenzioni sociali, è perfettamente centrato. Le loro figure sono tridimensionali il giusto, in loro c'è forza e c'è paura, c'è convinzione e fragilità. Resta da capire se l'avventura di queste due donne, cui già vogliamo bene, sarà inserita in un arazzo alla loro altezza. Dal punto di vista visivo è già così. Il resto non vediamo l'ora di scoprirlo, perché Isola ha tutte le potenzialità per essere un grande fumetto, con un chiaro obiettivo di pubblico adolescente, tendente al giovane adulto.
Un consiglio di lettura. Ci è perfettamente chiaro come mai BAO Publishing abbia posizionato alla fine le pagine che fungono da prequel di Isola, uscito a puntate sugli albi di Motor Crush, altro fumetto scritto da Brenden Fletcher. Era la scelta più sensata e avremmo fatto altrettanto, per motivi di coerenza editoriale. Tuttavia, ci pare che funzioni benissimo come introduzione all'esordio vero e proprio dell'opera. Se vi fidate, leggetelo per primo. Non leva nulla alla sensazione di essere gettati all'improvviso nell'intreccio e renderà, a nostro avviso, ancor più netta la sensazione.