Iron Man 3, la recensione [1]
Dopo il tripudio di supereroi di The Avengers, si torna all'eroe dove tutto è cominciato. Iron Man 3 è forse l'opera più matura e seria (non seriosa) dei Marvel Studios...
Giunti al sesto lungometraggio (il quarto con Iron Man nel cast dei protagonisti), esattamente un anno dopo il tripudio di supereroi di The Avengers, cosa potevano proporre di nuovo i Marvel Studios con Iron Man 3?
Alla fine di The Avengers, infatti, Iron Man ha salvato la Terra, e ora è il primo a dover affrontare sulla sua pelle le conseguenze di quell'esperienza. La gente lo ferma per strada per chiedergli curiosità sugli alieni e i portali, ma lui non dorme la notte e ha gli attacchi di panico anche solo a sentire il nome di New York.
Shane Black riesce a dosare con grande equilibrio elementi dark (è il film più "graficamente" violento dei Marvel Studios) e umorismo (numerose le risate scatenate non solo da scene puramente slapstick, ma da veri e propri momenti surreali e dialoghi brillanti). Ma non solo: in Iron Man 3, nonostante i numerosi momenti d'azione anche spettacolare (tutta la sequenza finale può dirsi memorabile, con uno, dieci, cinquanta Iron Man), Tony Stark si toglie l'armatura e per buona parte del film affronta la situazione (volente o nolente) senza la sua corazza.
Non stiamo parlando ovviamente di un film perfetto, anche se per chi scrive forse si tratta dell'opera più matura e seria (non seriosa) dei Marvel Studios. Per esempio, non mancano i classici momenti di exposition (soprattutto nella prima parte), anche se uno in particolare, che coinvolge Mandarino, lo è in maniera molto ironica. Inoltre, i fan "accaniti" dei fumetti potrebbero non accettare alcune decisioni di Shane Black e Drew Pearce.
Diversi, poi, gli inside joke con riferimenti non solo alla stessa filmografia di Shane Black (dall'ambientazione natalizia alle dinamiche alla Arma Letale tra Tony Stark e Rhodey, rigorosamente senza armatura), ma anche a Downton Abbey e a Terminator.
E per quanto riguarda le armature, basti sapere che in questo episodio Tony Stark finisce per farci veramente di tutto: le distrugge, le richiama a sè mentre cade nel vuoto, le utilizza a pezzi durante i combattimenti come fossero armi, le usa come alter ego. Perché per Tony Stark l'armatura, alla fine, è solo uno strumento: è lui il vero Iron Man.
NB: Capitolo riconversione 3D. Semplicemente inutile, anche se non fastidioso.
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