Iron Man

Tony Stark, uno dei maggiori inventori e produttori di armi del mondo, per salvarsi la vita progetta un'armatura fantascientifica. Spettacolare, banale, efficace, lento. Di sicuro, un film complesso...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloIron ManRegiaJon FavreauCast

Robert Downey jr., Jeff Bridges, Gwyneth Paltrow, Terrence Howard, Leslie Bibb, Shaun Toub

Uscita1 maggio 2008

Ci sono pellicole che hanno un andamento piatto dall'inizio alla fine, mantenendo un livello costante e magari una banale mediocrità per tutta la durata della pellicola. Iron Man non è una di queste, nel senso che tutto si può dire di questo film, tranne che vivacchia e non si prende rischi. In un periodo del genere, fatto di film-fotocopia, è già una buona notizia. Peccato però che il bicchiere sia mezzo pieno/vuoto, perché a cose notevoli si collegano cadute incredibili.

Iniziamo dalla cosa migliore del film, che è anche, fortunatamente, quella fondamentale: Robert Downey jr., assolutamente strepitoso. Il suo senso dell'ironia è fantastico e riesce a rendere efficacemente il suo personaggio, anche all'inizio (quando non è del tutto piacevole, ma senza estremismi), risultando sovente uno spasso (anche nelle ultimissime parole che dice nel film). D'altronde, qui bisognava anche mostrare un supereroe che ha una vita sessuale decisamente attiva (tranquilli, nulla di cui scandalizzarvi, ma in questo genere di prodotti anche semplicemente vedere due persone che rotolano su un letto fa 'effetto'). A tratti, si ha l'impressione che, con un altro al suo posto, molte delle battute e delle situazioni del film non funzionerebbero proprio. Credo sia difficile fare un complimento maggiore ad un attore, ma le congratulazioni ovviamente vanno estese anche a chi ha avuto il coraggio di sceglierlo in un ruolo così delicato e dopo vicende personali così travagliate.

Ovviamente, con un supereroe protagonista così efficace, sarà stato costruito perfettamente anche il cattivo, vero? Purtroppo, no. Il villain non è assolutamente all'altezza, sia perché al personaggio vengono fatte compiere azioni folli (il suo piano, soprattutto all'inizio, è delirante) sia perché Jeff Bridges è una delusione. Non avrei mai pensato di poterlo dire, considerando che è uno dei miei attori preferiti (basti pensare a Una calibro 20 per lo specialista o a Il grande Lebowski), ma qui è assolutamente eccessivo e folle, sfortunatamente non solo nell'aspetto.

Per quanto riguarda i due comprimari, interpretati da Terrence Howard e Gwyneth Paltrow, è difficile esaltarsi, anche per il materiale a disposizione. In effetti, il militare interpretato da Howard non ha molti modi di mettersi in mostra e, anche quando li avrebbe, sembra voler rinviare certe scelte al prossimo film. Per quanto riguarda la Paltrow, il discorso è più complesso. Di scene con Tony Stark ce ne sono diverse, ma spesso non funzionano, sia perché sono deliranti (lei che deve compiere un'azione pericolosa per lui) o perché sono tentativi falliti di compiere delle incursioni nella commedia romantica più sofisticata. Di sicuro, per il futuro Favreau dovrà farle presente che, quando si corre in situazioni di pericolo, non bisogna dare l'impressione che si stia giocando.
 
Per il resto, gli altri cattivi non saranno da operetta (ed è già qualcosa), ma sono decisamente idioti. Molto interessante invece il personaggio di Yin-Sen, ma viene naturale chiedersi come cavolo si trovi lì. Per fortuna, il cammeo di Stan Lee è fantastico. Non è facilmente comprensibile (dovete ricordarvi di un miliardario editore del porno), ma è di gran lunga la più spassosa incursione che il creatore dell'universo Marvel abbia fatto nei 'suoi' film. Insomma, luci e ombre sui personaggi e sugli interpreti, ma va detto che mentre tutto il resto è migliorabile in un'eventuale saga, sbagliare la scelta di Tony Stark avrebbe significato la fine di tutto.

Anche per quanto riguarda la sceneggiatura, gli alti e bassi non mancano. La trama vorrebbe affrontare problemi contemporanei reali (parte dell'azione è ambientata in Afghanistan) e in effetti non mancano elementi interessanti, non molto frequenti in prodotti del genere. Quando invece vuole essere un po' cafone (fin dall'inizio con gli AC/DC in sottofondo o per i tentativi falliti con la nuova armatura) ci riesce perfettamente. In tutto questo, comunque, si arriva a credere quanto basta alle vicende e a sospendere la propria incredulità, grazie anche a delle armature veramente fantastiche (a proposito, andrebbero considerate costumi o scenografie? Penso rientrino nella prima categoria, ma non credo che il lavoro sia stato completamente diviso tra i reparti). Uno dei problemi, comunque, è che si ha l'impressione che per la prima ora il film debba sempre veramente iniziare e viene da pensare un po' all'Hulk di Ang Lee. No, prima che vi venga un colpo, va detto che non si scende assolutamente a quei livelli, solo che è proprio una sensazione, peraltro comune a molti primi episodi di aspiranti franchise, quella di essere un po' trattenuti. Tuttavia, in alcune scene (per fortuna poche) c'è un autentico crollo. Penso soprattutto alla pessima rivelazione dei piani di Obadiah Stane, che è quanto di più stupido un cattivo possa fare in un film del genere (che, peraltro, vorrebbe essere molto ancorato alla realtà) e al modo in cui il suo personaggio si fa fregare in maniera imbarazzante.

Vi chiederete: e le scene d'azione? Beh, non sono tantissime in realtà, anche se per lo più non sono male. Lo scontro iniziale con la prima, rudimentale, armatura non è straordinario, ma funziona bene, anche considerando che per ovvie ragioni non poteva essere il più spettacolare. Invece, le prime battaglie con la nuova armatura sono probabilmente il momento migliore in questo senso, sia per quello che avviene sul suolo afgano che nei cieli. Andrebbe, insomma, tutto bene, se il finale non fosse deludente. Sarà anche per i problemi descritti precedentemente e legati al personaggio di Jeff Bridges, ma Jon Favreau (che in generale se la cava degnamente, ma che forse con un budget del genere poteva fare qualcosina in più) non sembra avere le idee chiarissime. A tratti, sembra di vedere una fotocopia di Transformers (non è un'offesa a quel film, ma proprio al fatto di aver reso un momento di Iron Man così simile ad un altro prodotto popolare), ma il vero problema è che non c'è una risoluzione soddisfacente, sia nel primo, falso finale (scontatissimo), che nel secondo, che inserisce degli elementi esterni al conflitto tra i due contendenti e quindi si rivela un grosso errore.

Ora, la palla passa al pubblico, che dovrà decidere se le avventure di Iron Man termineranno qui o se invece proseguiranno con altri episodi. Personalmente, tutto considerando, credo che la pellicola andrà bene al botteghino, anche grazie ad una forte penuria di prodotti del genere ultimamente. Mi aspetto un esordio americano notevole, sui 70-80 milioni di dollari, per finire tra i 200 e i 250 totali (credo che molto dipenderà dai dati di Speed Racer, che esce una settimana dopo). Nel mondo, penso proprio che verranno superati i 500 milioni. Insomma, risultati che per una pellicola normale significherebbero automaticamente il via libera al sequel, ma che gli alti costi raggiunti da questo film non rendono così scontato. Magari, bisognerà vedere anche l'andamento e il gradimento del pubblico. Che, a mio avviso, non riterrà assolutamente questa la pellicola più deludente dell'estate. Ma speriamo anche che non sia la migliore...

P.S. Non fate come il sottoscritto e non andate via prima della fine dei titoli di coda, ve ne pentireste... 

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