Iron Fist: la recensione dei primi sei episodi in anteprima!

Arriva su Netflix Iron Fist, il quarto e ultimo dei Defenders: le nostre impressioni in anteprima sulla nuova serie tv della Marvel

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E quattro. Sembrava ieri, e in effetti sono trascorsi appena due anni, quando Daredevil faceva la sua dirompente apparizione sugli schermi di Netflix, inaugurando di fatto il piccolo Marvel Netflix Universe, spin-off televisivo di quello più corposo che stiamo seguendo al cinema. Il viaggio nel cupo scenario metropolitano di New York è quindi proseguito con Jessica Jones e, pochi mesi fa, con Luke Cage. Iron Fist è l'ultimo "guardiano della Grande Mela", il pezzo finale del mosaico che va a comporre la squadra dei Defenders, che vedremo in azione tra alcuni mesi sempre su Netflix con una serie a loro dedicata. Abbiamo avuto la possibilità di vedere in anteprima i primi sei episodi della stagione, che verrà rilasciata in contemporanea mondiale il prossimo 17 marzo.

La storia di origini di Iron Fist ha qualcosa che potrebbe ricordare Batman Begins o Arrow, mentre gli scenari innevati dell'Asia potrebbero farci venir in mente Doctor Strange. Si racconta infatti del piccolo Danny Rand che, mentre sta sorvolando l'Himalaya con i genitori, rimane coinvolto in un tragico incidente. Orfano, viene soccorso e accolto da dei monaci che lo addestrano per i successivi 15 anni. La serie prende il via nel momento in cui Danny torna a casa. Qui, azionista di maggioranza di un'importante azienda, deve fronteggiare una serie di sfide, cercando di capire di chi può fidarsi mentre realizza il proprio destino di Iron Fist.

Finn Jones appare fin dal primo momento una scelta di casting perfetta

Il difetto principale di Iron Fist è che ha un'idea di ciò che dovrebbe essere, che qui significa riprendere stile e struttura delle precedenti serie, ma manca della forza di sostenere quell'obiettivo. Mettendo da parte Daredevil, che viaggia su livelli più alti, tanto Jessica Jones che Luke Cage avevano delle problematiche ricorrenti, che però venivano in larga parte assorbite dall'idea di trovarsi di fronte ad un progetto con una propria identità definita. Nel caso di Jessica Jones era l'anima femminile della serie, nel caso di Luke Cage quella afroamericana. L'identità era un ombrello che copriva e riparava lo show, e in ogni momento gli forniva un appiglio tematico per sostenersi. Iron Fist, almeno per quanto abbiamo potuto vedere nella prima metà di stagione, quell'identità non ce l'ha.

Certo, gli stili di combattimento orientali, più di un riferimento all'idea dell'onore del guerriero, senza contare una mitologia interna al MNU più marcata del solito, ma non è abbastanza. Chi lamentava una certa lentezza in vari momenti di Luke Cage si troverà di fronte ad un approccio simile, e all'impressione che 13 episodi da circa un'ora siano eccessivi. Ne risente il ritmo, ne risente la coerenza delle svolte narrative e quindi la coerenza dei personaggi, che dopo i conflitti iniziali dovranno per forza ritrovarsi in un equilibrio che serve più le esigenze della trama che le caratterizzazioni.

Ma, come abbiamo detto, questo è solo un giudizio parziale, basato sulla visione dei primi sei episodi. Tra l'altro c'è del buono in queste prime puntate. Finn Jones appare fin dal primo momento una scelta di casting perfetta. Lo avevamo visto in un ruolo molto secondario in Game of Thrones, mentre qui si prende ogni momento in cui è in scena. Ha quel carisma che gli permette di sostenere il peso della serie sulle spalle, e il suo personaggio porta con sé una genuinità e una purezza che lo rendono amabile da subito. Apprezzabile anche Jessica Henwick nel ruolo di Colleen Wing. Non riveliamo nulla, ma le migliori scene di combattimento viste finora riguardano lei.

Le serie Netflix ci hanno insegnato qualcosa è che i progetti vanno giudicati come un blocco unico

L'apparizione immancabile e annunciata di Rosario Dawson nei panni di Claire si basa su una coincidenza talmente casuale da farci sorridere. Come se queste serie, che solitamente si prendono molto sul serio, volessero dirci di non preoccuparci troppo di simili particolari. Quanto alle nemesi del protagonista, una gruppo di queste sarà abbastanza impalpabile, ma la prima parte di stagione si chiude su note più alte, con l'introduzione di una minaccia più interessante.

Più bassi che alti in questi primi sei episodi di Iron Fist, ma se le serie Netflix ci hanno insegnato qualcosa è che i progetti vanno giudicati come un blocco unico, quindi aspettiamo di vedere la seconda metà di stagione per un giudizio più completo.

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