Io sono leggenda
Robert Neville si ritrova ad essere l'unico essere umano di New York e deve fronteggiare orde infinite di vampiri. Dal capolavoro di Richard Matheson, un film di rara stupidità e completamente sbagliato...
Recensione a cura di ColinMckenzie
TitoloIo sono leggendaRegiaFrancis Lawrence
Cast
Will Smith, Alice Braga, Charlie Tahan, Salli Richardson, Willow Smith, Darrell Foster
Uscita11 gennaio 2008Analizziamo tutto nel dettaglio. Akiva Goldsman è uno dei grandi misteri di Hollywood. Prima del 2000, si era occupato di 'capolavori' come Batman Forever, Lost in Space e Batman & Robin, diventando uno degli sceneggiatori più sbertucciati di Los Angeles. La svolta nel 2001, con A Beautiful Mind, che gli fa vincere l'Oscar, nonostante dei trucchetti poco convincenti e dei personaggi un po' macchiettistici. Ma, evidentemente, per chi guarda solo agli incassi Goldsman è un genio, anche se qualche produttore dovrebbe iniziare a chiedersi se, per esempio, sono merito suo i 600 e passa milioni di dollari conquistati da Il Codice Da Vinci, pellicola che non ha trovato certo molti estimatori per quanto riguarda lo script.
Non parliamo (anche per non spoilerare) del terzo atto e limitiamoci a dire che non è certo rispettoso del romanzo originale. Per carità, liberissimi i realizzatori di creare qualcosa di diverso, ma se l'unico obiettivo è quello di dar vita ad una svolta più solare (peraltro, con un sentimento religioso superficiale e melenso) e i risultati sono così banali e insensati, allora la stroncatura è d'obbligo.
Purtroppo, i problemi non finiscono qui. Francis Lawrence (che non mi era dispiaciuto quando aveva esordito con Constantine) non riesce a creare l'atmosfera giusta per il film, tanto che i veri brividi sono limitatissimi. Il problema, come detto, è l'abuso forsennato del digitale. E se gli animali falsi sono evidentissimi, la cosa peggiore sono alcune scene con i vampiri che mancano completamente di concretezza, solo per consentire loro di fare balzi assurdi. E' purtroppo un'idea balorda, ma che ormai ha trionfato (che la scelta sia una metafora? Mi sa di no...): le immagini da videogioco vengono considerate sempre migliori degli effetti concreti e chi se ne frega se la trasformazione di Un lupo mannaro americano a Londra ancora ce la ricordiamo, mentre questi f/x vorremmo dimenticarceli prima possibile. Non aiuta, ovviamente, il fatto di mostrare queste creature sempre impegnate nei loro versi strazianti (e che alla fine diventano grotteschi, come certi grugniti in 300), cosa che viene stravolta quando in realtà si scopre che c'è una sorta di capo senziente che è in grado di riflettere e contrastare il protagonista efficacemente (come? Perché? Boh...).
Anche Will Smith non è nella sua forma migliore (e no, non si parla di quella fisica, che ci viene mostrata con dovizia di particolari, neanche il film fosse un video didattico di fitness). Molti hanno paragonato il suo lavoro a quello compiuto da Tom Hanks in Cast Away, ma non è proprio il caso di bestemmiare. L'attore due volte premio Oscar, in quell'occasione, si ritrovava per 75 minuti completamente da solo, se non con un pallone, riuscendo comunque ad esprimere un'ampia gamma di emozioni e sensazioni. Qui, in realtà, attraverso diversi flashback, l'impegno è decisamente meno prolungato, ma tuttavia non ottiene minimamente gli stessi risultati. Anzi, è difficile non risultare un po' scettici vedendo come uno scienziato lucidissimo nel cercare di trovare una cura si comporti da completo folle quando parla con dei manichini.
Insomma, una completa occasione mancata, per una pellicola che sulla carta sembrava molto coraggiosa, ma che poi si rivela un'assoluta delusione. Meglio rivedersi il film a bassissimo costo L'ultimo uomo sulla Terra, girato nell'affascinante quartiere dell'Eur, che ci ricorda quando in Italia potevamo superare gli Stati Uniti sul loro campo...
Il cast, la trama, i filmati e i trailer del film nella nostra scheda.