Io, loro e Lara - la recensione

Un sacerdote impegnato in Africa torna in Italia e deve fare i conti con la sua famiglia. La nuova pellicola di Carlo Verdone non trova l'equilibrio sperato tra risate e riflessione, scadendo spesso nella banalità...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloIo, loro e LaraRegiaCarlo Verdone
Cast
Carlo Verdone, Laura Chiatti, Anna Bonaiuto, Marco Giallini, Sergio FiorentiniUscita5 gennaio 2010La scheda del film

E' sempre difficile parlare di ogni nuovo film di Carlo Verdone. Capita sempre così quando si cresce (in tutti i sensi) con le pellicole di un cineasta, che però a un certo punto della sua carriera smette di fare film veramente interessanti e non riesce a essere più incisivo come lo era in passato.

Io, loro e Lara ('loro' si presume siano i familiari del sacerdote, ma forse anche le persone che vivono in Africa nella missione curata da Don Carlo) vorrebbe essere un titolo del filone più maturo dl Verdone regista, quello per intenderci lontano dai personaggi caratteristici (il cafone, il timido, il nevrotico) che tanto successo hanno portato a questo regista. Purtroppo, c'è un problema di fondo ed è la difficoltà per Verdone di interpretare ruoli diversi da quelli che lo hanno reso celebre.

Sì, in apparenza il suo personaggio non avrebbe nulla a che fare con quelle parti, ma in realtà scivola sempre nello stesso modo di parlare e nelle situazioni imbarazzanti che lo hanno reso famoso. Di per sé, non ci sarebbe nulla di male, ma come fa lo spettatore a credere veramente nel personaggio e a dimenticarsi che dietro c'è l'attore-divo?

D'altra parte, è sorprendente vedere come il resto del cast lo aiuti poco, un aspetto che invece era stata la cosa migliore in tante sue pellicole importanti (penso ovviamente a Compagni di scuola su tutti). La delusione maggiore arriva da Anna Bonaiuto, che sembra francamente diretta male, considerando quanto sia eccessiva e fuori tono rispetto ai suo colleghi. Meglio a questo punto Marco Giallini (il Terribile della serie di Romanzo criminale), che però è vittima di un personaggio piuttosto monodimensionale, e Laura Chiatti, che pur senza strafare riesce quasi a dominare in un panorama così poco stimolante. Da dimenticare le due ragazze 'emo', che sembrano uscite da un servizio allarmistico del telegiornale per la loro stupidità.

Di sicuro, come già avevamo notato parlando di Grande, grosso... e Verdone, mancano i caratteristi, quelli in grado di rimanere impressi anche soltanto con dieci minuti di partecipazione. Tra tante situazioni improbabili (e spesso irrisolte), fa un po' impressione verificare i ruoli in cui sono impegnati i sei extracomunitari del film: tre prostitute, un pappone e due badanti interessate solo ai soldi. D'accordo, si tratta di un film e non è necessario essere politically correct, ma mi chiedo (fermo restando la buona fede di Verdone) cosa sarebbe successo se una cosa del genere l'avesse fatta Renzo Martinelli. Non si sarebbe urlato allo scandalo?

Insomma, la classica occasione sprecata, per un fim che avrebbe potuto essere molto più interessante di quanto non sia in realtà. Peccato che sia un discorso a cui ormai ci stiamo abituando quando in gioco c'è Verdone...

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