Io e Spotty, la recensione
Uno dei film più difficili e quindi ambiziosi degli ultimi anni muore sotto i colpi di una scrittura e una recitazione non all'altezza
La recensione di Io e Spotty, in uscita in sala dal 7 luglio
Parliamo di una storia in cui la nascita di un sentimento tra un ragazzo e una ragazza passa per la decisione di lui di condurre la sua vita privata non solo sempre vestito da cane, ma comportandosi da cane e facendosi considerare un cane. Al lavoro è un animatore, una persona comune, a casa è Spotty. Dal lavoro cerca una dog sitter per assisterlo e quando lei arriva pensando di trovare un cane, ha davanti solo questa persona in un costume dentro in un’abitazione piena di giochi per cani. Comprensibilmente si spaventa e scappa. Ma Eva, la ragazza che ha risposto all’annuncio, è sufficientemente in cerca di un’identità e un posto nel mondo anche lei da rimanere stranamente incuriosita e tentare una seconda volta, con più coraggio.
Il problema di Io e Spotty è che tutto questo non avviene. È difficilissimo entrare in questa storia, trovare qualcosa di così caldo e umano da superare la stranezza. Serviva decisamente un’altra scrittura, molto ma molto meno convenzionale nello svolgimento e molto più curata, precisa ed accurata nei dialoghi e soprattutto nei tempi (sempre sbagliati, rapidi quando serviva calma, dilatati quando bisognerebbe andare al dunque). Ma serviva anche tutta un’altra recitazione. Io e Spotty mostra in pieno i limiti di Filippo Scotti, buona maschera di inadeguatezza in È stata la mano di Dio, attore totalmente inadeguato qui. E meglio non va a Michela De Rossi, a cui tocca il ruolo più difficile, che non è in grado di sostenere. È dalle sue espressioni, dal suo muoversi e dal suo sguardo che dovremmo capire il cambiare dei sentimenti, la nascita di qualcosa o anche solo la tensione emotiva (perché Scottinelle loro interazioni è sempre mascherato) e invece non arriva niente. È lei a doverci “vendere” questa storia, in modo che possiamo crederci e possiamo entrarci, capendo come, per quanto sia tutto inusuale, questi due animi stanno vivendo qualcosa di tremendamente umano. Ma è palesemente un’impresa superiore alle capacità.
Considerato tutti questi presupposti alla fine è impensabile riuscire in un'impresa così complicata.