Invincible vol. 25: La fine di tutto - parte 2, la recensione
Abbiamo recensito per voi l'ultimo volume di Invincible, di Kirkman, Ottley e Walker
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Annunciata nell’estate del 2016, arriva in Italia la conclusione di Invincible, serie Image Comics/Skybound creata da Robert Kirkman e Cory Walker ormai quindici anni fa. Affiancato ben presto dal disegnatore Ryan Ottley, lo scrittore di Richmond ha narrato la vicenda di Nolan Grayson, alieno proveniente da Viltrum e giunto sulla Terra nella speranza di dare un futuro alla propria razza, e di suo figlio Mark, divenuto in età adolescenziale il campione noto come Invincible.
Nella seconda parte dello storyarc conclusivo c'è però molto altro. Lo scontro decisivo che caratterizza i primissimi capitoli del volume è infatti solo una piccola parte di quanto aspetta il lettore. Per il commiato dalla sua creatura, Kirkman decide di condensare una quantità impressionante di eventi che consegnino alla Storia del Fumetto un personaggio compiuto e maturo, il quale ha definitivamente raggiunto una piena consapevolezza del suo ruolo e dei suoi poteri.
Le emozioni che ci accompagnano sono però decisamente contrastanti: la compressione operata dallo scrittore di The Walking Dead fa sì che in poche pagine vengano sviluppate riflessioni che avrebbero meritato un maggior approfondimento. Si percepisce l’urgenza di staccare infine la spina di un’opera così longeva; un unicum nel panorama del Fumetto indipendente che - non dimentichiamolo - a breve sarà trasposta su piccolo e grande schermo con due diversi adattamenti.
Senza voler entrare troppo nello specifico rovinandovi il piacere della lettura, la vita di Mark scorrerà così veloce davanti ai vostri occhi da lasciarvi tramortiti per gli innumerevoli colpi assestati, tra situazioni assurde, relazioni complicate e nuove minacce che si addensano all’orizzonte. Insomma, ne La fine di tutto, Kirkman sembra offrire agli eventuali autori futuri di Invincible delle solide basi sulle quali costruire altri quindici anni di accattivanti storie, se non di più.
Tutti gli aspetti narrativi – grande varietà di toni, atmosfere e suggestioni – e grafici – tavole coloratissime, eccesive e disturbanti – che hanno sancito la longevità della serie tornano per un ultimo sensazionale e vorticoso giro di valzer, come sempre reso impeccabile da Ottley e dal tornante Walker.
Da sempre, Invincible si è posta in continuità con la tradizione supereroistica e allo stesso tempo ne ha saputo rinverdire il mito non ricalcando le mosse delle major. Giocando con i luoghi comune del genere, Kirkman ci ha raccontato una storia appassionante che giunge ora al suo epilogo. "Il re è morto, lunga vita al re!", dovremmo gridare, certi che qualcuno raccoglierà il manto di Mark, prima o poi.