Invincible vol. 23: Padri e figli, la recensione
Abbiamo recensito per voi il 23° volume di Invincible, opera di Robert Kirkman e Cory Walker
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Come si recuperano cinque anni della propria vita? Come si può colmare il vuoto generato da un’assenza tanto lunga? Interrogativi che stanno affliggendo il povero Mark Grayson, alias Invincible, tornato dalla sua famiglia e messo subito di fronte a una dura realtà: mentre era bloccato in un’altra linea temporale, l’esistenza di sua moglie Eve e di sua figlia Terra è proseguita inesorabilmente. Il Nostro ha vissuto due settimane nel passato, ma su Talescria sono trascorsi ben cinque anni. Per Mark il colpo è stato duro, soprattutto quando si è trovato di fronte la sua bimba cresciuta senza di lui.
Si intitola Padri e figli il ventitreesimo volume di Invincible, pubblicato in Italia da saldaPress. La mente dietro questo incredibile successo editoriale, Robert Kirkman, dedica il penultimo arco narrativo della serie al conflittuale rapporto che lega i genitori alla prole. Attraverso le dinamiche Mark/Terra, Mark/Nolan e Thragg/Ursaal/Onann lo sceneggiatore analizza i tanti aspetti che contraddistinguono una tematica sfruttata sovente nei comics: essere genitore è uno dei “lavori” più difficili, esserlo portando avanti una carriera da supereroe - o da villain, nel caso di Thragg - lo è esponenzialmente di più. Tra sensi di colpa, pragmatismo e freddo distacco, ognuno interpreta il suo ruolo seguendo i propri principi, influenzando così le azioni e l’esistenza dei figli.
Tra i colpi di scena - ma non è uno spoiler, tranquilli - registriamo il ritorno di Cory Walker ai disegni. Il co-creatore del fantastico universo narrativo di Invincible gestisce mirabilmente un arco narrativo incentrato prevalentemente sulle emozioni; grande attenzione viene riposta nella costruzione di primi piani espressivi e anatomie in grado di lasciar trasparire i turbamenti che stravolgono l’animo dei vari personaggi. Quando si tratta di spingere sull’acceleratore, Walker non si fa trovare impreparato e con il suo tratto pulito, preciso e attento ai dettagli regala sequenze dinamiche, cruente e di grande impatto.
Padri e figli è una storyline davvero ben strutturata che, nonostante gli incisi intimisti e il momentaneo accantonamento della prepotente componente action, non fa perdere mordente alla serie. Il segreto va ricercato nella riuscita gestione dei personaggi attuata da Kirkman, bravo nello sfruttare le diverse sfaccettature delle sue creature. L’ennesimo tassello di questa incredibile cavalcata giunta ormai alle battute conclusive.