Invincible vol. 20: Amici, la recensione

Abbiamo recensito per voi il ventesimo volume di Invincible, la serie Skybound di Kirkman e Ottley pubblicata in Italia da saldaPress

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Il momento più difficile, buio e complicato della vita di Mark Grayson prende corpo tra le pagine di questo ventesimo volume dedicato a Invincible, supereroe creato da Robert Kirkman e Cory Walker. Un momento in cui il tradimento di un amico, la gravidanza della propria compagna, la conservazione della propria razza e l’ennesima folle minaccia alla Terra si paleseranno contemporaneamente in tutta la loro devastante brutalità. Questo lo scenario drammatico nel quale il giovane Mark dovrà districarsi e prendere decisioni che potrebbero cambiare la sua esistenza in maniera profonda e radicale, mettendo a repentaglio la sua incolumità e quella degli altri. Nel precedente volume abbiamo assistito al tradimento di Robot, Rudolf Conners, che, dopo aver convinto Mark a seguirlo in un’altra dimensione sulle tracce di Angstrom Levy, lo abbandona non prima di metterlo nei guai: con un’arma speciale, infatti, Robot è riuscito a uccidere l’Imperatore del Regno Viltrumita di questa realtà e si è liberato di Angstrom precludendo così il ritorno di Mark nella sua dimensione. Adesso Mark dovrà trovare un modo per uscire da questo vicolo cieco, evitare l’accusa di omicidio e trovare un modo per tornare a casa dove ad attenderlo c’è la sua Samantha, conosciuta dal mondo intero come la supereroina Atom Eve, in dolce attesa del loro primo figlio. Nel mentre, continua il piano dei Viltrumiti superstiti di procreare per salvare la loro razza dall’estinzione, piano che porterà questa comunità a prendere una posizione decisamente discutibile rispetto al folle piano ordito da Robot, il quale, da par suo, lascerà trapelare la sua vera natura, mettendo a nudo paure, frustrazioni e ambizioni di un personaggio che si candida a diventare il villain definitivo dell’universo di Invincible.

La lunga e variopinta vita editoriale di Invincible entra in una nuova fase decisamente più oscura e matura in cui il nostro supereroe dovrà far affidamento non solo sulle sue doti che lo rendono, appunto, invincibile ma, soprattutto, sulla propria forza morale, sulle convinzioni alla base di ogni gesto eroico. Chi segue sin dagli inizi questa serie non può non applaudire al percorso che ci ha condotti a questa drammatica sequenza di avvenimenti, sequenza durante la quale abbiamo assistito alla lunga, lenta, spesso dolorosa crescita di un personaggio capace di creare immediata empatia col lettore. Spesso lo scollamento tra i fatti reali e quelli raccontati nelle storie a fumetti può creare disinteresse in chi segue avventure troppo lontane dagli accadimenti che segnano la nostra vita. La verosimiglianza di certe scelte fatte da Mark con quelle del nostro quotidiano hanno trasformato questo supereroe in un beniamino e ancora oggi, a distanza di 14 anni, siamo qui a seguire le sue gesta.

Un altro dei meriti che va riconosciuto a Kirkman è senza dubbio la capacità di aver apportato al mondo del fumetto supereroistico nuova linfa. Approfittando della svolta che agli inizi del nuovo millennio autori come Brain Michael Bendis e Mark Millar hanno impresso al mondo dei comics con una linea Ultimate Marvel, che ha svecchiato il mito degli eroi e condotto più solida che mai negli anni zero, Kirkman crea ex novo un universo narrativo che si pone a metà strada tra quello DC Comics e quello Marvel. Se da un lato, infatti, Mark è l’ultimo rampollo di una razza aliena, quella viltrumita, che rimanda alla genesi di una figura come Superman (sensazione implementata dalle caratteristiche dei poteri stessi di Mark), allo stesso tempo il suo personaggio viene modellato tenendo ben presente il paradigma della Casa delle Idee, supereroi con super problemi. Questo giusto mix tra iconografia classica e un approccio più contemporaneo alla narrazione ha fatto sì che la Image si ritrovasse con un universo in continua e costante espansione, giunto in una fase cruciale della sua vita.

Se, come dicevamo prima, da un lato cambia il mood generale della serie, dall’altro restano invariate tutte quelle caratteristiche che hanno decretato il successo di questo fumetto. Ed allora tanta azione, gag paradossali, scene estreme, mai edulcorate, in cui sangue e scarnificazioni non vengono risparmiati (stiamo pur sempre parlando di Kirkman!). Ma anche introspezione, approfondimento psicologico e colpi di scena che vi lasceranno senza parole. Il tutto scritto con un ritmo della narrazione serrato, intenso, in cui è difficile rintracciare cali di tensione costringendo a mantenere sempre alto il livello della concentrazione. A tutto questo va aggiunto il tratto di Ryan Ottley, che si sposa perfettamente con lo stile narrativo della serie. Preciso, curato in ogni minimo dettaglio, attento alle anatomie e all’espressività dei volti. Lo schema della tavola è regolare, mentre a variare è il numero di vignette per pagina, seguendo l’andamento dello storytelling.

Nelle intenzioni di Kirkman forse c’era la volontà di realizzare un fumetto parodico di un mondo, quello dei supereroi, troppo spesso lontano anni luce dai gusti dei lettori e da una dimensione più umana. Numero dopo numero Invincible è cresciuta come serie, ha preso una sua dimensione e ha saputo evolversi senza snaturare la sua vera natura ma, anzi, continuando lungo quel percorso tracciato più di un decennio fa. Amici, il ventesimo volume, apre le porte a un nuovo corso per questo universo narrativo, più maturo, più consapevole, decisamente più oscuro in cui un importante cambiamento di status quo consentirà degli sviluppi interessanti e dall’indubbio fascino.

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