Invincible Universe vol. 1: Sul filo del rasoio, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo volume di Invincible Universe, di Phil Hester e Todd Nauck
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Come gli Avengers e la Justice League prima di loro, anche i Guardiani del Globo sono nati per fronteggiare una minaccia di scala planetaria che metteva a rischio la sopravvivenza della razza umana. A seguito della temporanea assenza di Invincible (vedi il quattordicesimo volume della sua serie, La guerra viltrumita) e del tradimento di Omni-Man, Brit e il direttore della Global Defense Agency Cecil Stedman sono stati costretti a rimpolpare le fila del gruppo radunando esseri con super poteri proveniente da tutti i continenti.
L’avventura partita nei due volumi presentati in Italia da saldaPress Guarding the Globe vol. 1: Sotto assedio e Guarding the Globe vol. 2: Duri a morire continua sulle pagine di Invincible Universe. Questo primo brossurato, dal titolo Sul filo del rasoio, raccoglie i sei numeri pubblicati nel 2013 da Image Comics/Skybound negli Stati Uniti.
Ogni capitolo tratta un differente tema, approfondendo i drammatici risvolti della vicenda che ha visto coinvolto l’ampio cast. Questo approccio alla narrazione dà la possibilità a Hester di realizzare una panoramica sulla comunità supereroistica evidenziandone l'aspetto umano. L’utilizzo di situazioni non banali e l’ottima gestione dei personaggi creano una continuità stilistica e narrativa con la serie portante scritta da Robert Kirkman, contribuendo alla formazione di un corpus letterario organico.
Lo scrittore americano gestisce egregiamente le peculiarità precedentemente presentate inserendole in un affresco dalle tante sfaccettature, ed è bravo nel trasmettere le tante sfumature emozionali del racconto: rabbia, disperazione, la volontà di risalire e l’ostinata fiducia nei propri mezzi; un’altalena di situazioni resa al meglio da dialoghi ficcanti inseriti in un solido telaio fatto di elettrizzante azione, spettacolari splash page e continui colpi di scena.
Il tutto è reso splendidamente dalla prova al tavolo da disegno di Nauck. L’artista americano crea una rottura rispetto al tratto asciutto dei vari Ryan Ottley e Cory Walker, preferendo esasperare la fisicità, l’espressività e l’umanità dei personaggi con il suo stile cartoonesco. La sterzata è netta ma non stona all’interno dell’Invincible Universe, conferendo a questo volume un’aura decisamente accattivante.
L’intento di Kirkman di creare un universo narrativo vasto e sfaccettato è pienamente riuscito, e la prova offerta da Hester e Nauck ne è l’ennesima dimostrazione.