Intruders: Hide and Seek, oltre a nascondervi non potrete fare altro – Recensione

Un’avventura priva di guizzi: la recensione di Intruders: Hide and Seek

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Se Panic Room, lungometraggio del 2002 diretto da David Fincher, è tra i vostri film preferiti, potreste apprezzare più del dovuto il modesto Intruders: Hide and Seek, avventura vagamente stealth, proposta su PlayStation 4, fruibile anche (e soprattutto) tramite PlayStation VR, che vi porrà nei panni di un bambino, alle prese con un terzetto di malintenzionati prepotentemente intrufolatisi nella villa in cui abita insieme alla sorella e ai suoi genitori.

Il genere di riferimento, per toni e stile artistico utilizzato, è quello dei thriller americani. Dominano le ombre, i fasci di luce che squarciano l’oscurità, le maschere grottesche, per dare un leggero tocco horror alla situazione, ed un misterioso laboratorio che nasconde chissà quale segreto.

[caption id="attachment_193735" align="aligncenter" width="1000"]Intruders Hide and Seek screenshot La magione è l'unica ambientazione del gioco[/caption]

L’improbabile protagonista del gioco, chiamato a salvare la situazione e cercare aiuto, non ha ovviamente né la forza fisica necessaria, né l’addestramento per tenere testa ai tre criminali, banda che condivide con il padre del ragazzo un mistero che si svelerà a poco a poco, senza l’utilizzo di cut-scene, semplicemente origliando dialoghi o recuperando i documenti sparsi per la villa"La magione è praticamente l’unica ambientazione di Intruders: Hide and Seek, primo indizio che rivela la scarsa longevità di cui gode la creatura di Tessera Studios"

La magione, del resto, è praticamente l’unica ambientazione di Intruders: Hide and Seek, primo indizio che rivela la scarsa longevità di cui gode la creatura di Tessera Studios, team che pur si è sforzato di prolungare l’esperienza rimbalzando continuamente il videogiocatore da un capo all’altro dello scenario.

Privi della possibilità di combattere, il gameplay ruota attorno alle stesse meccaniche esplicitate nel titolo stesso del gioco: nasconditi e cerca, espressione che in inglese, tra l’altro, definisce il gioco del nascondino.

Il giovane non avrà altre opzioni che studiare i movimenti degli avversari, spostarsi con circospezione da una stanza all’altra, fuggire, in cerca di un armadio in cui nascondersi, una volta scoperto da uno dei tre malviventi che pattugliano la zona. Che si tratti di reperire un oggetto, raggiungere un luogo specifico o soccorrere la propria sorella, minacciata dai brutti ceffi di cui sopra, le meccaniche ludiche non conoscono evoluzione, né progressione.

Poco male, verrebbe da dire, se almeno il plot fosse di alto livello. Purtroppo, anche da questo punto di vista, lo sforzo profuso dagli sviluppatori non è stato sufficiente a impacchettare un intreccio narrativo in grado di creare un solco indelebile nelle memorie di chi vorrà comunque dargli una chance.

Il problema di Intruders: Hide and Seek è che non riesce a distinguersi, a svettare, a convincere appieno. La trama non è assolutamente disprezzabile, propone persino un colpo di scena discreto, eppure non coinvolge più di tanto, né stimola particolarmente la curiosità dell’utente annacquata com’è in un gameplay rudimentale, certamente poco emozionante per il videogiocatore di lunga data.

[caption id="attachment_193736" align="aligncenter" width="1000"]Intruders Hide and Seek screenshot Il gioco non riesce a svettare in nessun elemento[/caption]

PlayStation VR prova a metterci il suo, con l’alto grado di immersione che è in grado di garantire, ma un art design poco coraggioso e un motore grafico tutt’altro che sbalorditivo, completano il pacchetto di un esperienza per nulla criticabile, ma fin troppo modesta e rinunciataria

La produzione di Dedaelic Entertainment, in definitiva, non è affatto pessima, né mal realizzata. Si lascia giocare, ma non convince mai a causa di un gameplay abbozzato e di una trama che ha il fiato fin troppo corto.

Da provare solo se si è fan sfegatati dei thriller all’americana e si vuole utilizzare a tutti i costi il proprio PlayStation VR.

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