Intruders 1x01 "She Was Provisional": la recensione

La ricerca dell'immortalità nel thriller Intruders, la serie della BBC America con Mira Sorvino e John Simm

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Spoiler Alert
Non accade molto nel pilot di Intruders, e quel poco che avviene è sfuggente, ammantato da un alone di segretezza, indecifrabile fino alla conclusione. Sparizioni, cospirazioni, killer: una cornice da thriller inquadra un soggetto che sfocia nel sovrannaturale, tra immortalità e reincarnazione. E non si può dire che la nuova serie trasmessa dalla BBC America riesca a gestire nel pilot fino in fondo il materiale tratto dal romanzo omonimo di Michael Marshall Smith. Un approccio macabro si adagia lentamente – forse troppo – su una vicenda che spazia tra vari generi, nella quale la ricerca ossessiva dello spaesamento nello spettatore lascia storditi, ma non del tutto indifferenti.

Jack e Amy Whelan (John Simm e Mira Sorvino) sono una coppia apparentemente serena. All'improvviso, ma senza troppo clamore, lei semplicemente sparisce nel nulla. Senza indizi, l'ex investigatore inizia a cercarla, incontrando sulla sua strada il vecchio collega Gary (Tory Kittles) che lo coinvolge in un'indagine apparentemente slegata. Intanto il killer Richard (James Frain) lascia una scia di sangue nel tentativo di mettere a tacere alcune persone legate ad una società segreta il cui obiettivo è il raggiungimento dell'immortalità. E ancora, c'è una bambina di nove anni di nome Madison (Millie Brown), che potrebbe essere una sorta di reincarnazione di un individuo molto pericoloso.

Di fronte alle molte direttrici lungo le quali si muove la storia sarebbe logico parlare di schegge impazzite di una trama che partono da un unico punto. In realtà, anche nei momenti di maggiore violenza, che non mancano davvero, raramente la scrittura di Glen Morgan (X-Files) riesce a ferire o a sconvolgere. Parentesi di vita ora dimesse, ora cupe, ora violente, ma la sensazione che emerge e che viene privilegiata è quella dello stordimento. Che non è tanto in ciò che accade o che viene detto, ma al contrario in quello che viene tenuto celato. Tra una storia e l'altra esistono delle parentesi tanto grandi quanto invisibili ed è su quelle che, di nascosto, lo show lavora per stuzzicare la nostra curiosità.

Il cast fa un ottimo lavoro. Mira Sorvino non è certo un nome sconosciuto, e lo stesso John Simm dovrebbe dire più di qualcosa ai fan del Doctor Who. Le uniche perplessità si concentrano nei riguardi della piccola Millie Brown. Se creare un ruolo da protagonista per un bambino in una serie è sempre un azzardo, fargli interpretare anche la parte di un pericoloso criminale reincarnato è davvero una scommessa rischiosa, e non basta una certa scena di violenza a dissipare i dubbi in proposito. Con un punto di partenza di questo tipo, si poteva scegliere un approccio più leggero e disimpegnato – un po' come Orphan Black, per rimanere in casa BBC America – oppure più serioso e sfuggente, come in questo caso. Si spera che la strada intrapresa sia quella giusta.

Anche grazie alla canonica durata dei quaranta minuti, Intruders non arriva mai ad annoiare, lascia intravedere una mitologia interessante e convince con un buon cast. Tuttavia, senza girarci più attorno, il dubbio è che aver scelto un approccio così serioso e solenne per una premessa così assurda possa essere stato un errore.

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