Into the Woods, la recensione
Incapace di gestire le molte trame, molte svolte e i suoi molti personaggi Into the Woods al cinema rifiuta la sua parte più intellettuale e si perde
Tratto da un musical degli anni '80 di grandissimo successo il film affidato a Rob Marshall utilizza i personaggi di alcune favole tradizionali (Raperonzolo, Cenerentola, Cappuccetto Rosso e Jack e la pianta di fagioli) più due creati dal nulla (una coppia che non può avere figli) per creare un pasticcio di storie rivisitate e incrociate. Nella foresta del titolo si incontrano tante esigenze diverse, da Jack che deve vendere la sua mucca a Cappuccetto che va a trovare la nonna (incontrando il lupo ovviamente) fino al principe che cerca Cenerentola, il misterioso nascondiglio di Raperonzolo la sua matrigna che cerca di tornare giovane e infine la coppia priva di figli che ha scoperto di avere su di sè una maledizione da sciogliersi rubando qualcosa ad ognuna delle 4 favole principali.
Into the Woods è inevitabilmente noioso, fagocitato dalla sua stessa mania di grandezzaNon è nemmeno questione di interpreti (forse la parte migliore di tutto il film), Into the Woods è inevitabilmente noioso, fagocitato dalla sua stessa mania di grandezza e arroganza nel pensare di poter levare la parte più intellettuale ad un'operazione raffinata e comunque farla franca. Anche le grandi sorprese di trama (c'è un adulterio) sembrano buttate via in mezzo al continuo rimandare un finale che, per noia, barocchismo e incapacità di creare vero interesse, si comincia a desiderare già a metà della durata.