Into the Storm, la recensione
Into the Storm di Steven Quale è un catastrofico senza grandi star ma con una precisa idea di intrattenimento cinematografico che non delude affatto
Si intitola Into the Storm ed è stato realizzato con metà del budget rispetto a quei 96 milioni di dollari (oggi sarebbero molti di più per via dell'inflazione) utilizzati alla grande da Jan de Bont nel 1996.
Siamo a Silverton, Oklahoma, dove un gruppo di esseri umani è pronto a fare la conoscenza con il tornado più grande della Storia degli Stati Uniti d'America.
Chi cercherà di catturarne l'immane potenza per uno scoop televisivo che potrebbe risollevare le sorti di una carriera in declino, chi scimmiotterà gli avventurieri dei media in stile più “jackass”, chi cercherà di fare pace in famiglia raccogliendo figli dispersi tra le macerie della tempesta.
La sottotrama più drammatica vede infatti il vice preside vedovo del liceo di Silverton partire alla ricerca del figlio più grande un po' come accadeva a Dennis Quaid e Jake Gyllenhaal in The Day After Tomorrow – L'alba del giorno dopo di Roland Emmerich.
Niente star? E Richard Armitage allora?
Il regista Steven Quale ha lavorato con James Cameron e si vede. Economia del racconto che puzza lontano un miglio rispetto sacro nei confronti della pazienza dello spettatore, compattezza registica, sguardo non stucchevolmente indulgente sui personaggi e un'aria da b-movie tremendamente dignitoso.
Into the Storm è come un uomo non particolarmente elegante ma con gli abiti perfettamente tirati a lucido. Possiede in sé un contegno che non ti puoi permettere di prendere in giro.
A voler essere precisi, forse, una grande star il film ce l'ha.
Titus & Pete. Grande coppia. Chissà uno come James Cameron cosa avrebbe potuto fare con i due.
Gli effetti? Molto buoni e, nel preciso momento in cui Pete comportandosi come l'Achab di Moby Dick tocca il suo massimo momento di piacere nella lotta con la natura, addirittura grandiosi.
L'interno del tornado è una dimensione di sublime terrore.
Insomma... non avrà star e vi sembrerà un b-movie.
Ma Into di Storm è 89 minuti di buon cinema.
Ce ne fossero altri di film così.