Into the Net, la recensione
Into the Net racconta il viaggio di Bea all'interno del Web, dopo aver commesso una leggerezza...
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Into the Net si apre in una fiera di videogiochi milanese, e subito abbiamo l'impressione di aver capito che tipo di prodotto abbiamo per le mani. Ci divertiamo a spulciare le tavole al microscopio per riconoscere i costumi che i cosplayer indossano alla manifestazione, o in attesa della metropolitana, in una sorta di "Dov'è Wally?" post-moderno. Quando la giovane protagonista Bea rientra nella sua cameretta, invece, scatta la caccia al particolare nerd, cercando di riconoscere il maggior numero possibile di poster appesi alle pareti e i gadget che spuntano dagli scaffali.
Bea è una cosplayer, ha un account Instagram dove pubblica le proprie foto e social network attraverso i quali comunica con le persone che seguono la sua attività: il suono delle notifiche argina la sua sensazione di solitudine. Un giorno, però, si ritrova catapultata fisicamente all'interno del Web, aggirandosi tra i siti e le app più popolari come una Alice nel Paese delle Meraviglie o un Dante in cammino attraverso i gironi dell'Inferno; a farle da Virgilio o Bianconiglio, un draghetto che sembra uscito da Bubble Bobble, pronto per aiutarla a trovare un modo per ritornare nel mondo reale.
Bea ha sedici anni, è una liceale, e dopo pochi giorni quella foto viene pubblicata online. La vita per la ragazza diventa rapidamente un inferno, i suoi follower sono convinti che sia stata lei a condividerla per ottenere popolarità e viene travolta da commenti pesanti: tutti sono contro di lei.
Fabrizio Capigatti riesce a trattare senza troppi moralismi il tema del bullismo online fornendo una versione realistica dell'importanza della reputazione su Internet ai giorni nostri e di come si sviluppi il fenomeno dello slut shaming.
Le tavole di Milena Ciccarello, tanto brava nel disegno quanto nella colorazione, hanno una matrice derivante da manga e anime, con influenze dal fumetto Disney new generation e dalle bande dessinée, un mix efficace che vediamo utilizzare da sempre più autori nostrani.
Impossibile non provare simpatia per la sua Bea, con le facce buffe e i suoi seri tormenti. Anche l'espressività dei comprimari è tratteggiata con cura, un aspetto fondamentale al fine di far provare al lettore la stessa preoccupazione che hanno parenti e amici della ragazza scomparsa.
Gli studi dei personaggi pubblicati nelle ultime pagine del volume edito da Tatai Lab evidenziano la cura per i dettagli dell'artista, dalle acconciature all'abbigliamento, cosa che contribuisce a farci percepire "viva" la protagonista e il mondo in cui si muove.
Dietro la copertina rosa e i personaggi cartooneschi c'è dunque una storia che merita di essere letta, soprattutto dai coetanei di Bea. Spesso la scuola non prepara gli adolescenti ai pericoli del Web perché chi vi opera non conosce al meglio la materia, e nella maggior parte dei casi ci si limita a divieti paternalistici che suonano troppo simili a una censura e che non vengono ascoltati dai ragazzi. Ben venga, quindi, una storia come Into the Net scritta in modo fresco e schietto, in grado di far riflettere chi commette leggerezze online e chi le commenta, senza colpevolizzare nessuno ma riportando i rapporti umani a una socialità più serena, sia essa nel mondo virtuale o in quello reale.