The International

Un poliziotto dell'Interpol e una procuratrice distrettuale cercano di incriminare una banca senza scupoli. Naomi Watts e Clive Owen non sollevano il livello di un thriller troppo lungo e complesso...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloThe InternationalRegiaTom Tykwer
Voci originali
Clive Owen, Naomi Watts, Armin Mueller-Stahl, Ulrich Thomsen, Brian F. O'Byrne, Luca BarbareschiUscita20 marzo 2009 La scheda del film

Certe volte, il valore di un film lo capisci dalla prima scena. Qui, abbiamo un incontro tra un poliziotto e un possibile informatore. I dubbi iniziano a sorgere nella mente dello spettatore: chi è quest'uomo? Cosa succederà? Una tensione innegabile, ma rovinata dal modo in cui viene girato quello che succede dopo, decisamente poco intrigante. Questa contraddizione è un po' il succo di The International: intenzioni ottime (sia a livello cinematografico che 'morale'), risultati meno efficaci.

La trama, chiaramente, vorrebbe essere intelligente e complessa. A tratti ci riesce anche, soprattutto quando analizza il mondo delle banche e i personaggi che le comandano. Ma in altre situazioni ci sono delle cadute poco comprensibili. Perché il direttore della banca all'inizio del film dà delle informazioni che lo mettono sotto i riflettori e non fornisce subito la versione di comodo? E' possibile che in un importante luogo pubblico avvenga una sparatoria di una decina di minuti, senza che si veda intervenire né la sicurezza né la polizia? Ed è saggio lasciar andare via un possibile testimone fondamentale nelle indagini, soltanto per la speranza di vedere che si incontri con qualcuno di importante? Non parliamo poi delle "nuove Brigate rosse", che dovrebbero essere il capro espiatorio di un fatto di altissimo livello.

In generale, spesso sembra che i personaggi, più che dar vita a dei dialoghi credibili, debbano spiegare la trama complicata, magari con un eccesso di lezioncine morali. Se pensiamo, per esempio, al personaggio di Barbareschi (molto meno ridicolo di quanto si poteva presagire da certe anticipazioni, va detto), ci si sorprende nel notare come sia eccessivamente candido nei confronti degli investigatori (e non sembra che sia propriamente uno stinco di santo, quindi forse un no comment sarebbe stata la soluzione migliore) e soprattutto come debba tirar fuori un pistolotto che chiaramente serve allo spettatore poco consapevole di come funziona una certa economia, più che a dei professionisti esperti in materia.

Forse, Tom Tykwer non è il regista più indicato per materiale del genere, che sulla carta sarebbe stato più opportuno affidare a un realizzatore meno 'autoriale' e più standard. Comunque, va detto che quando gioca con gli spazi (diverse inquadrature di palazzi e luoghi sono notevoli per delineare un certo ambiente) e deve creare atmosfere inquietanti (come avviene al Guggenheim), svolge un lavoro tutt'altro che disprezzabile. Di sicuro, Clive Owen conferma la mia impressione che sia un attore un filo sopravvalutato e con una gamma di espressioni non molto ampia, cosa che temo non lo faciliterà nei prossimi anni della sua carriera. Per onestà intellettuale, bisogna dire che il suo personaggio è abbastanza monodimensionale, un poliziotto che farebbe di tutto per portare davanti alla giustizia certi criminali, ma di cui sappiamo ben poco. Con Naomi Watts va un po' meglio, ma anche in questo caso la sua parte non decolla e il tentativo di mostrare i suoi legami familiari viene accantonato pressoché subito.

In conclusione, il finale vorrebbe essere duro e critico, ma in realtà nel momento decisivo i realizzatori decidono di optare per una soluzione ruffiana che sostanzialmente permette di non eccedere né in un senso né nell'altro. Insomma, probabilmente una pellicola che piacerà soprattutto a chi si vuole sfogare contro i banchieri 'cattivi'. Anche se, come ci fa capire un personaggio nel film, non è detto che la soluzione al problema sia così semplice...

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