Intelligence 1x01 "Pilot": la recensione
La nuova serie della CBS non convince sotto alcun aspetto, scadendo nella noia e nella confusione
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Non che si pretenda la trovata da Emmy immediato, ma è difficile, nel 2014, accettare una premessa come quella di Intelligence, né l'episodio si prodiga per aiutarci nell'ingrato compito. Gabriel Black (Josh Holloway, non c'è bisogno di ricordare dove l'abbiamo già visto) è uno scorbutico, ribelle, affascinante membro di un'agenzia supersegreta che con il suo sorriso da canaglia e il suo cervello al silicio (più o meno) riesce ad accedere a canali d'informazione quali internet, reti Wi-Fi, cellulari e quant'altro. Un microchip lo rende possibile, e tanto ci basterà, perché ogni ulteriore spiegazione sull'origine di questo sistema e soprattutto sulla sua concreta applicazione non farebbe che aumentare la confusione. Lo affiancano Lilian Strand (Marg Helgenberger, direttamente da CSI, dello stesso network) e Riley Neil (Meghan Ory, Cappuccetto Rosso di Once Upon a Time) che avrebbe, e qui arriva la seconda stoccata alla credibilità del tutto, il compito di sostenerlo.
Manca carisma, manca la spinta creativa che dovrebbe presiedere sempre nella realizzazione di un progetto. E in senso più stretto lo svolgimento concreto degli eventi di questa prima trama settimanale si risolve nel già visto, nella prevedibilità, nella semplice noia. Qualche accenno di trama orizzontale, con la ricerca della moglie perduta, forse traditrice, forse no (non troppo diverso dalla premessa di Almost Human), l'immancabile cliffhanger, appuntamento alla settimana prossima.