Intelligence 1x01 "Pilot": la recensione

La nuova serie della CBS non convince sotto alcun aspetto, scadendo nella noia e nella confusione

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Il soggetto alla base di Intelligence sembra uscire dai primi anni '90, ma il vero problema è che anche tutto il resto del pilot si allinea a questa descrizione. Premessa assurda a parte, è difficile trovare un singolo elemento distintivo nel mediocre pilot di questo fanta-spy-thriller non meglio identificabile. La scrittura ingolfata e prevedibile dell'ultimo nato in casa CBS non sorprende, non inventa, non giustifica varie scelte di trama e casting. In poche parole, non funziona.

Non che si pretenda la trovata da Emmy immediato, ma è difficile, nel 2014, accettare una premessa come quella di Intelligence, né l'episodio si prodiga per aiutarci nell'ingrato compito. Gabriel Black (Josh Holloway, non c'è bisogno di ricordare dove l'abbiamo già visto) è uno scorbutico, ribelle, affascinante membro di un'agenzia supersegreta che con il suo sorriso da canaglia e il suo cervello al silicio (più o meno) riesce ad accedere a canali d'informazione quali internet, reti Wi-Fi, cellulari e quant'altro. Un microchip lo rende possibile, e tanto ci basterà, perché ogni ulteriore spiegazione sull'origine di questo sistema e soprattutto sulla sua concreta applicazione non farebbe che aumentare la confusione. Lo affiancano Lilian Strand (Marg Helgenberger, direttamente da CSI, dello stesso network) e Riley Neil (Meghan Ory, Cappuccetto Rosso di Once Upon a Time) che avrebbe, e qui arriva la seconda stoccata alla credibilità del tutto, il compito di sostenerlo.

Senza troppi giri di parole, siamo davvero dalle parti delle pretese più basse, che lanciano poco forte mirando alla sufficienza scarsa senza nemmeno raggiungerla. La premessa è tirata via e introdotta senza fascino, cura, tensione di sorta. I personaggi sono poco carismatici, né funziona il blando tentativo di caratterizzarli attraverso un generico "passato turbolento". Gabriel Black non è Sawyer, e Riley Neil non è Kate (nonostante il suo trauma infantile sia praticamente identico a quel personaggio). Che Meghan Ory, tolta la bella presenza e il punto di riferimento per l'eventuale shipping, sia in grado di imporsi nella trama come aiutante, punto d'appoggio, collaboratrice sul campo, del protagonista, è qualcosa che non regge nemmeno per un istante, e vederla più di una volta nel giro di quaranta minuti in pericolo e costretta a chiedere aiuto come la classica damsel in distress non migliora la situazione.

Manca carisma, manca la spinta creativa che dovrebbe presiedere sempre nella realizzazione di un progetto. E in senso più stretto lo svolgimento concreto degli eventi di questa prima trama settimanale si risolve nel già visto, nella prevedibilità, nella semplice noia. Qualche accenno di trama orizzontale, con la ricerca della moglie perduta, forse traditrice, forse no (non troppo diverso dalla premessa di Almost Human), l'immancabile cliffhanger, appuntamento alla settimana prossima.

Tra le quattro grandi televisioni broadcast la CBS è il network dei procedurali, dei molti CSI, del longevo e di successo NCIS, di The Mentalist e con molta probabilità ora anche di Intelligence. È una scelta legittima, che si rivolge ad una fetta di mercato andando incontro alle sue esigenze, ma che, limitandoci a questo caso, offre davvero poco sotto il profilo della qualità.

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