Inside, la recensione

Playdead torna a raccontare una storia oscura e misteriosa, sullo sfondo di un puzzle platform che ha come protagonista un bambino: la recensione di Inside

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Gioca a nascondersi Inside, dal primo all'ultimo momento, a celare narrazione e gameplay, a mescolare tutto in un'essenza misteriosa, aleatoria, oscura, che il giocatore non fa particolare fatica a capire, ma molta di più ad apprezzare pienamente. Perché nel suo a tratti pretestuoso tentativo di darsi una certa autorialità il gioco di Playdead in alcuni momenti si dimentica di stimolare in maniera intelligente il giocatore, soprattutto nella parte di mezzo dell'avventura, di per sé già non totalmente soddisfacente in termini di longevità, perché a tre ore di gioco non possono corrispondere 20€ di prezzo.

Inside è un ottimo esempio di narrazione ambientale, quella che in uno speciale di pochi giorni fa abbiamo evocato come possibile salvezza del videgioco per quanto riguarda le modalità e la capacità di raccontare una storia. Poco serve, a parer nostro, nel medium videoludico, un'applicazione senza fantasia degli stilemi narrativi applicati altrove, imporre trama e sceneggiatura nella maniera in cui lo si fa, per esempio, alle produzioni cinematografiche. Il videogioco può non dire con le parole, ma evocare, ricorrendo all'immagine, alla suggestione, senza sprecare una singola riga di dialogo e di testo. E può funzionare benissimo, Playdead è maestra nel farlo, nel narrare in maniera non esaustiva, lasciando molto all'interpretazione del giocatore. Ed è intrattenimento anche quello, spingere colui che ha il pad in mano a pensare, a costruire, a ricreare, mentre affronta il gameplay nella maniera più canonica possibile, impartendo comandi.

[caption id="attachment_158387" align="aligncenter" width="600"]Inside screenshot Inside - screenshot[/caption]

Inside è infatti un puzzle platform bidimensionale, che porta in maniera evidente il marchio di fabbrica del team suo creatore. La sensazione di oscurità su tutto, l'assenza di speranza, la progressione attraverso luoghi oscuri. Viene quasi replicato il monocromatismo di Limbo, anche se la nuova produzione si permette maggiori divagazioni ambientali. Tutto inizia in una foresta, in medias res, non viene data spiegazione riguardo il motivo che ha portato il protagonista, un ragazzino, tra i suoi fitti alberi. Quello che viene chiarito fin da subito è che pochissime sono le possibilità a sua disposizione, praticamente nessuna, deve solo nascondersi ed evitare i molteplici pericoli che trova sulla propria strada. Sono questi primi momenti quelli nei quali si crea la connessione emotiva con l'animo del giocatore, una connessione che rimane fin quando il gioco non lo si porta a termine. E' una storia crudele, distopica, oscura, tragica, quella narrata, e che ha nel finale i suoi momenti più intensi. Non è memorabile, ma serve a coprire per un po' quanto il gioco fatica nel proporre in termini di gameplay.

"Nel suo essere puzzle platform Inside non convince del tutto"

Nel suo essere puzzle platform infatti Inside non convince del tutto. Se, giustamente, le prime fasi di gioco non premono forte sulla risoluzione dei piccoli enigmi a metà dell'avventura si entra in una sorta di limbo, perché scema l'effetto delle particolari atmosfere del gioco, e si deve arrivare a patti con un'esperienza ludica tutto sommato ordinaria, con momenti di facile interpretazione e solo raramente veramente ispirati. Il meglio, sotto questo punto di vista, arriva nel finale, quando occorre pensare un po' di più, ma mai ci si sente veramente messi in difficoltà da trovare non particolarmente stuzzicanti. E nel finale arriva anche il vero punto di svolta nella trama, rendendo gli ultimi minuti di Inside totalmente apprezzabili. Gli altri convincono, intrattengono, incuriosiscono, ma non impattano profondamente nell'animo del giocatore.

[caption id="attachment_158388" align="aligncenter" width="600"]Inside screenshot Inside - screenshot[/caption]

Produzioni come Inside non portano più fiere lo stendardo dell'originalità, ormai ad esperienze simili il giocatore moderno è anche abituato, ma il gioco di Playdead è convincente interpretazione di quel modo di raccontare, del mescolare ad una storia misteriosa un gameplay apprezzabile. Non è un capolavoro di portata epocale, è un onestissimo titolo che ha dei momenti fuori dall'ordinario, ma che nella parte maggiore della sua sostanza all'interno di tale ordinario rimane. Playdead è comunque capace di infondere qualcosa di speciale nelle proprie opere, e Inside lo conferma, seppur con le riserve espresse.

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