Inside No. 9 (quarta stagione): la recensione

Inside no. 9 continua a offrire storie che spaziano dal dramma alla commedia al thriller all'horror...

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Inside No 9 (quarta stagione): la recensione

Altra stagione, altra infornata di episodi di Inside No. 9. Sono sei come al solito, e come al solito Steve Pemberton e Reece Shearsmith ce la mettono tutta per variare generi, toni, ambientazioni della loro creazione. Se siete tra i non molti a seguire lo show della BBC, sapete bene di che cosa si tratta. La serie antologica ci porta in ognuno degli episodi da mezz'ora in una location diversa. Finché l'episodio non ha inizio non sapremo assolutamente nulla della storia, o dello stesso tipo di emozioni che quella proverà a suscitare. Gli unici elementi ricorrenti sono l'ambientazione unica caratterizzata dal numero 9 e una certa passione per il politicamente scorretto e i toni grotteschi.

Va detto che al quarto anno la serie inglese non registra alcun calo nell'ispirazione o mancanza di originalità, che è la difficoltà maggiore quando si parla di serie antologiche. E questo vale tanto per la corazzata Black Mirror quanto per le serie semisconosciute. Non tutti gli episodi sono brillanti o riusciti, ma c'è sempre qualcosa da apprezzare, per cui sorridere, addirittura per cui commuoversi. C'è sempre da apprezzare lo stile peculiare e la devozione con la quale i due autori e interpreti si mettono in gioco, la stessa che nelle migliori occasioni ci permette di fotografare in un istante i personaggi coinvolti e di appassionarci alle loro vicende.

Si inizia bene con Zanzibar, una farsa recitata in rima: tentativi di omicidio, scambi di persona, innamoramenti. Segue Bernie Clifton's Dressing Room, che vede reincontrarsi dopo decenni due vecchi amici un tempo noti come coppia comica. Le loro vite hanno preso strade molto diverse, e c'è qualcosa di non detto tra i due, qualcosa che deve essere sistemato. Per chi ama gli episodi a più alto tasso emotivo della serie, questo è l'episodio migliore della stagione. Once Removed ci catapulta in uno scenario di violenza delirante e grottesca, risalendo via via all'indietro spiegandone le cause, in una struttura un po' alla Memento, per capirci.

Davvero sorprendente To Have and To Hold, incentrato sui problemi coniugali di una coppia. Altro non si può dire né su ciò che accade né sul genere della storia, ma è un episodio che non lascia indifferenti. Più leggero e divertente And the Winner is... ambientato in una stanza dove esponenti del mondo dello spettacolo devono decidere la vincitrice di un premio come Migliore Attrice. Molta satira sullo spettacolo e un finale inaspettato (in generale il twist conclusivo rimane un classico della serie). Finale sottotono con Tempting Fate, in cui tre persone si trovano di fronte a qualcosa che potrebbe cambiare le loro vite in meglio, ma impareranno a fare attenzione a ciò che desiderano. È il solito finale di stagione dai toni orrorifici, e anche in questo caso non è tra gli episodi migliori.

Difficile aggiungere altro dopo aver seguito per anni Inside No. 9, se non che si tratta di una serie che merita fortemente di essere riscoperta, se non altro nei suoi episodi migliori. Ma probabilmente se siete arrivati a leggere fino a qui lo sapete già.

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