Inseparabili - Dead Ringers (prima stagione), la recensione

Un'interpretazione convincente di Rachel Weisz e un approccio tagliente alla storia rendono Inseparabili - Dead Ringers una serie intrigante

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La recensione della prima stagione di Inseparabili - Dead Ringers, disponibile su Prime Video

La serie Inseparabili - Dead Ringers prende spunto dal film del 1988 diretto da David Cronenberg con star Jeremy Irons, riuscendo tuttavia a trovare una propria identità grazie a una prospettiva al femminile che rende il racconto ancora più oscuro e attuale.
La visione delle sei puntate non è comunque delle più semplici fin dalle prime battute, con parti realistiche, momenti sanguinosi e conversazioni taglienti che obbligano a riflettere sulla società contemporanea.

La trama di Inseparabili - Dead Ringers

Al centro della trama ci sono due sorelle gemelle dalla personalità totalmente diversa, entrambe interpretate da Rachel Weisz.
Beverly ed Elliot Mantle vivono in simbiosi e si completano a vicenda nella vita e sul lavoro. Beverly è la più tranquilla tra le due, maggiormente razionale e insicura, oltre ad avere degli obiettivi legati al benessere delle proprie pazienti e al miglioramento di tutto quello che circonda la salute delle donne. Elliot è invece concentrata sulla ricerca scientifica e sulla capacità di spingersi oltre i limiti, ipotizzando un mondo in cui le persone potrebbero persino vivere per sempre.
Beverly, inoltre, desidera diventare madre e spera di mantenere una relazione stabile e serena con l'attrice Genevieve (Britne Oldford), mentre Elliot conduce una vita sessualmente libera e all'insegna dell'uso di varie sostanze. Le due, mentre cercano di aprire il proprio centro dedicato alla natalità, si scambiano sul lavoro nei momenti di stress emotivo e psicologico, apparentemente incapaci di vivere separate e aiutarsi a vicenda. La situazione cambia radicalmente con l'entrata in scena dell'ereditiera Rebecca Parker (Jennifer Ehle), che offre alle sorelle i fondi per sostenere la creazione del loro centro.

Una storia che non risparmia nulla agli spettatori

A sostenere la complessa struttura di Inseparabili, che rischierebbe in modo irreparabile di crollare sotto il peso delle sue situazioni estreme e della costruzione visiva curata in ogni minimo dettaglio, c'è l'interessante lavoro compiuto da Alice Birch, la cui esperienza teatrale e in progetti televisivi come Succession e Normal People diventa evidente nei momenti di dialogo tra i personaggi e nella costruzione degli attimi di introspezione della protagonista, in cui si sfrutta il talento di Rachel Weisz nel dare forza a momenti di grande impatto emotivo. L'attrice non ha avuto certo un compito facile, non solo per il doppio ruolo, tra aborti spontanei, parti complicati e quasi brutali, scontri verbali e un sangue onnipresente e progressivamente sempre più simbolico. Il team di registi e la fotografia firmata da Laura Merians Goncalves e Jody Lee Lipes compie infatti un ottimo lavoro nel tratteggiare un ambiente freddo, cupo e a tratti calcolatore mentre la vita delle due protagoniste è maggiormente all'insegna del caos, dei sentimenti, della passione e dell'ambizione. Mettere due donne al centro della storia, a differenza del film originale, permette inoltre di sviluppare in modo più interessante e stimolante la riflessione sulla gestione e sul significato della maternità, dando spazio a critiche non troppo velate sul sistema sanitario e sul modo in cui la sofferenza femminile venga sottovalutata, senza dimenticare più di un accenno alle differenze razziali. La presenza della cinica Elliot permette poi a Birch di compiere delle battute incredibilmente taglienti sul capitalismo e sull'ipocrisia del mondo che la circonda, creando un sottotesto ironico alle situazioni in cui si trovano le due sorelle.
La prima stagione del progetto non è comunque priva di difetti: alcune sequenze sembrano essere state ideate solo per suscitare shock negli spettatori, dei personaggi vengono introdotti senza poi svilupparne la storia o giustificarne la presenza nella narrazione, il continuo passare da una sorella all'altra potrebbe confondere più del dovuto e alcune delle idee proposte risultano pretenziose e poco incisive.

Un'interpretazione convincente della protagonista

Inseparabili - Dead Ringers, tuttavia, permette a Rachel Weisz di offrire una delle sue interpretazioni più convincenti e mature. L'attrice riesce a differenziare le due protagoniste con bravura, riuscendo a far capire quale delle due è in scena anche nei momenti in cui Beverly ed Elliot si scambiano i ruoli.
La star riesce a far mettere in secondo piano anche i momenti meno riusciti della sceneggiatura e a delineare il legame tra le due sorelle in modo affascinante e ricco di sfumature, spaziando dalla comprensione reciproca istintiva all'incapacità di andare oltre il proprio affetto e rendersi conto del lato tossico e oscuro di chi ci sta accanto. La performance di Weisz avrebbe forse permesso di concentrarsi maggiormente sugli aspetti più personali ed emotivi del racconto, tuttavia il risultato finale è comunque intrigante e coinvolgente, mantenendo fino alle battute finali (che instillano nuovi dubbi sulla narrazione e sull'interpretazione degli eventi) l'attenzione degli spettatori che saranno riusciti a superare i passaggi più sconvolgenti e disturbanti.

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