Inhumans 1x07 "Havoc in the Hidden Island": la recensione

Manca un solo episodio alla fine della serie Marvel Inhumans, e la famiglia reale si prepara ad affrontare la sua sfida più grande

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Spoiler Alert
Curioso a dirsi, nel momento in cui Inhumans smette di dibattersi sulle verdi isole hawaiiane, tra guerriglieri surfisti e veterinarie scontrose, appare leggermente più focalizzato su ciò di cui dovrebbe parlare. Per questo motivo, Havoc in the Hidden Island è un episodio migliore – nel senso che gli altri erano peggiori – di quelli che l'hanno preceduto. O forse è solo la prospettiva di trovarsi ad una puntata dalla conclusione, chissà. In ogni caso ritorniamo ad Attilan, ed è finalmente il momento dello scontro finale con Maximus, l'usurpatore dal cuore d'oro che tuttavia questa settimana ci metterà del suo per allinearsi alla generale vena di pazzia che imperversa nella colorita famiglia reale.

Black Bolt e famiglia si riuniscono, e ci sono tutti, ma proprio tutti. Sorge anche dalle acque il redivivo – e non sarà l'unico – Triton. Anche se in conclusione avrà pronunciato più parole nei cinque minuti iniziali del pilot che in tutto questo episodio, siamo contenti di riaverlo tra noi. Preso atto della morte di Gorgon, si organizza con Maximus un confronto pubblico che il tiranno non sente in cuor suo di poter rifiutare. Vicino è per lui infatti il momento in cui potrà sottoporsi, grazie agli esperimenti di Declan, ad una seconda Terrigenesi, con la prospettiva che stavolta andrà meglio della prima. Qui, un po' tardivamente, la serie si ricorda che il personaggio dovrebbe essere il villain della serie.

Lo vediamo schernire gli avversari e minacciare a destra e a manca, ma quel che è importante è che sia lui che Black Bolt hanno iniziato a immaginare le mosse future dell'avversario (il ragazzo veggente sarebbe tornato utile stavolta, ma pazienza) e ad agire di conseguenza. E l'episodio consiste più o meno in una lunga serie di incontri e movimenti randomici sulla scacchiera del palazzo reale. Ci sono personaggi che tornano in vita, altri che tradiscono, altri che generalmente si allineano alle necessità di scrittura e che, quando non hanno molto da fare, riflettono su quel che avrebbero imparato in pochi giorni sulla Terra. Sono i momenti in cui siamo grati che ci sia una musica adeguata in sottofondo a spiegare il tipo di emozioni che dovremmo provare. Alla fine Maximus si rivela per il dittatore da operetta che era sempre stato – nonostante i suoi buoni propositi – e viene facilmente scalzato da un Triton che mena fendenti con il solito sottofondo pop al quale fatichiamo ad abituarci. Black Bolt si prepara a schiantare il fratello, ma a quel punto un'ultima minaccia di Maximus lo mette in guardia sul pericolo che l'intera città sta correndo.

Volendo tracciare un paragone con i precedenti episodi, questo settimo di Inhumans è forse il migliore, se non altro per l'ambientazione o per il senso di urgenza e vicinanza alla conclusione che si respira in più momenti. D'altra parte proprio questa prossimità al finale non fa che ribadire l'esito ormai fallimentare del percorso di ognuno dei personaggi, delle tematiche che si sarebbero potute toccare, dei conflitti personali lasciati a prender polvere. Nella fase centrale della puntata la scrittura ribadisce esplicitamente i cambiamenti occorsi a personaggi quali Crystal o Karnak, ma se ci guardiamo alle spalle non vediamo nulla che li giustifichi. Appuntamento alla prossima settimana per il finale di Inhumans.

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